
L’ultima corsa in moto per andare alla sessione estiva delle tesi all’Accademia delle Belle Arti di Carrara dove lavorava come docente. Ha imboccato la bretella a Massarosa in direzione Viareggio e dopo poco lo schianto: forse un malore. Matteo Giannini ha perso il controllo della sua moto sportiva, una Yamaha, nel tratto dell’A11 dopo lo svincolo all’altezza del viadotto di Montramito.
L’incidente è avvenuto alle nove di ieri vicino all’allacciamento con l’A12 Genova – Rosignano. Giannini ha battuto sul guardrail ed è finito a terra. Uno schianto fortissimo che ha fatto volare la moto di qualche metro lasciando dei solchi sull’asfalto. Il traffico è rimasto bloccato il tempo necessario ai soccorsi. Quando sono intervenuti la Misericordia di Massarosa e la Stradale, Giannini era a terra, ancora vivo ma in condizioni disperate. Meglio chiamare l’elisoccorso, il Pegaso, che lo ha portato all’ospedale pisano di Cisanello. Ma lì non ce l’ha fatta comunque: quando è arrivato a Pisa era già gravissimo, in fase di prearresto cardiaco, aveva molti traumi anche interni e hanno provato a rianimarlo per 40 minuti. Nessun risultato. Matteo Giannini, artista, docente, padre, motociclista, è morto a soli 50 anni.
Lascia la moglie, infermiera al Versilia, e due figli. La sua vita era dedicata all’arte figurativa (la pittura e la scultura ma soprattutto gli schizzi in bianco e nero), una passione che poi era diventata una professione. Figlio d’arte, il padre era il pittore internazionale Giuseppe “Beppe” Giannini della corrente della figurazione milanese, ha lavorato come scultore e pittore. Da bambino, quando era a Milano, il padre lo ha cresciuto a contatto con gli artisti legati all Realismo esistenziale. Matteo poi ha studiato a Varese e nel suo girovagare artistico è anche finito in gioventù a insegnare incisione all’Accademia di Belle Arti di Brera. Poi è tornato a casa, in Toscana, a Quiesa di Massarosa dove vive la madre.
il tirreno