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mercoledì, 15 giugno, 2016

https://www.antenna3.tv/2016/06/15/arriva-la-dop-comunale-per-i-prodotti-tipici-locali-dal-limone-e-la-cipolla-massesi-al-ciorchiello-e-la-torta-di-riso-la-deco-servira-a-valorizzare-i-piatti-della-tradizione-un-progetto-ideato-d/

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Arriva la “dop” comunale per i prodotti tipici locali Dal limone e la cipolla massesi al ciorchiello e la torta di riso, la Deco servirà a valorizzare i piatti della tradizione. Un progetto ideato da Luigi Veronelli

di  Redazione web

Doc, Dop, Igp, Igt? No, noi facciamo la De.Co, la denominazione di origine comunale. E così i prodotti tipici massesi avranno un marchio di qualità in più.

Parte a palazzo civico, dagli uffici dell’assessorato alle Attività produttive guidato da Gabriele Carioli, la riscossa di limoni e cipolle massesi, del burbughjion e del ciorchiello. Di tutte quei piccoli presidi della tradizione locale, insomma, che rischiano la scomparsa o che potrebbero, grazie alla “denomonazione comunale”, conoscere un futuro di valorizzazione e rilancio.

La Deco è un marchio comunale, che certifica la provenienza di un determinato prodotto da un determinato territorio e la sua coltivazione, o preparazione, secondo uno specifico disciplinare. Non è incompatibile con le denominazioni europee come Dop, Igp ecc. ma si rivolge a prodotti di nicchia, che hanno una specificità e una diffusione molto locale, molto ridotta. Prodotti, insomma, che si trovano – almeno in quella particolare versione – soltanto in quel luogo e che difficilmente potrebbero ambire a riconoscimenti come l’Igp che richiedono disciplinari e procedure più complessi. L’idea del marchio comunale ha un padre nobile: nientemeno che Luigi Veronelli. Fu lui, nel 1999 a lanciare la proposta di una “protezione” con cui i Comuni potessero valorizzare il proprio territorio attraverso le produzioni artigianali ed agricole. Da allora, con alterne fortune, la Deco è stata utilizzata da più di 400 Comuni sparsi per la penisola. Adesso, si mette su questa strada anche Massa. Con un progetto messo in campo dall’assessore Carioli. «L’obiettivo della denominazione comunale – spiega – è di dare tutela a spingere la valorizzazione delle tradizioni agricole e gastronomiche del territorio. La scelta dell’amministrazione di disciplinare le sagre in modo da puntare sui prodotti tipici (cioè sì alla sagra del tordello mortegiano, no, invece, a quella della generica bistecca, che non è un piatto tipico) è una misura che va già in questa direzione. Ecco, noi vogliamo andare più avanti e dare visibilità e incentivi a un ricchissimo patrimonio che altrimenti rischia di scomparire. La “scomparsa” delle Province e il passaggio delle competenze sull’agricoltura territoriale alla Regione, rende ancora più necessaria un’iniziativa locale, comunale a tutela dei nostri prodotti». Gli uffici comunali, annuncia l’assessore, sono già al lavoro e la strategia prevede il coinvolgimento di Coldiretti e Cia per la definizione di un regolamento della Deco.

Coldiretti, con il suo presidente Vincenzo Tongiani già ha “benedetto” l’iniziativa: «Condividiamo e appoggiamo il progetto, si tratta di una buona base di partenza per valorizzare le tipicità massesi, i cui piccoli produttori ben difficilmente potrebbero affrontare i costi di una adesione a un marchio come la Dop. Daremo il nostro contributo alla definizione del disciplinare». Positiva anche l’accoglienza della commissione consigliare Attività produttive a cui Carioli ha presentato nei giorni scorsi il piano Deco. Ma quali saranno i prodotti che potranno fregiarsi dell’etichetta di Denominazione comunale? «Penso – risponde l’assessore Carioli – ai limoni di Castagnetola, ma anche alla cipolla massese, al granturco bianco, una coltivazione tipica del territorio comunale, alle barbe, ma anche a prodotti trasformati, cioè ai piatti tipici della tradizione massese». Che sono tantissimi: dalla torta di riso al Burghignon, al Tordello mortegiano, solo per citarne alcuni. È evidente però che non tutte le prelibatezze made in Massa potranno fregiarsi del la Deco. Si tratta di valutare su quali prodotti puntare: se su quelli a rischio scomparsa – come il biroldo delle Apuane (tanto per fare un nome) – con l’obiettivo di salvarne la specificità. O se preferire altre produzioni – che so: il pecorino massese o il limone massese – di cui è possibile intravedere un rilancio commerciale. In altre parole, occorre trovare un giusto mix tra le esigenze del marketing territoriale e si supporto alle piccole aziende agro alimentari e quelle della tutela “pura” della tradizione e della storia locali. «Vedremo, stiamo studiando, il percorso è appena all’inizio», dice Carioli, La corsa al Deco è cominciata.

il tirreno

ore: 23:28 | 

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