
Parafrasando il motto usato da Legambiente sui progetti per eliminare le polveri dalla pista che attraversa il parco di Villa Ceci, viene da pensare che a Carrara la cosa più definitiva sia la rigidità mentale dei gruppi e dei comitati che sistematicamente si schierano contro il lavoro e il fare impresa, come se in Italia non ci fossero già abbastanza complicazioni.
E’ bene ricordare come stanno le cose: le imprese del polo lapideo dell’Argine Destro non hanno responsabilità per la situazione di disagio che si protrae da 18 mesi, situazione di cui sono vittime esattamente come la comunità di Marina; hanno subito danni per diversi milioni di euro e, senza attendere fondi o aiuti, hanno sostenuto ingenti investimenti per riprendere le attività e difendere i livelli occupazionali.
Legambiente pretende che queste stesse imprese siano chiamate a sostenere le spese per la vigilanza e la manutenzione della pista: questo è esattamente il contrario di quanto succede in ogni paese civile dove i costi connessi alla ricostruzione dopo le calamità ricadono sui responsabili e dove si fa il possibile per accelerare i processi di ripresa delle attività produttive e del lavoro.
Legambiente è talmente ostaggio dei propri pregiudizi che per eliminare le polveri non accetta l’idea che la pista provvisoria possa essere ricoperta da un manto di asfalto, con il preciso impegno che, ripristinato l’accesso dal via Pucciarelli, il tutto (massicciata più asfalto) sia rimosso. Non solo; non si devono usare neanche le resine. Insomma un intero campionario di vincoli e di bastoni tra le ruote per complicare le cose.
L’Associazione Industriali, insieme a tutte le imprese del polo Argine Destro, invita Legambiente a mettere da parte rancori e sospetti e soprattutto a non inasprire il clima tra le imprese e i residenti: tutti ci auguriamo che i disagi possano finire al più presto.