Il Sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri ha partecipato oggi alla discussione sul “Rapporto tra esecuzione della pena e territorio”, tema che beneficia del significativo lavoro di riflessione portato avanti nell’ambito anche del Tavolo 17 “Processo di reinserimento e presa in carico territoriale” degli Stati Generali. Questo dibattito si intreccia, sul piano legislativo, con la discussione sui principi e criteri che ispireranno la riforma dell’ordinamento penitenziario – oggetto del DDL S 2067.
 
“Siamo davanti ad una profonda trasformazione del concetto di esecuzione della pena” ha dichiarato il sottosegretario Ferri “che muta anche l’approccio culturale del cittadino nei confronti di questo tema. Il carcere infatti abbandona e abbandonerà ancora maggiormente la concezione tradizionale che lo separa dalla realtà circostante. In primis non è più il luogo chiave per l’esecuzione della pena, basti pensare che nel nostro Paese sono circa 41mila i detenuti che stanno scontando la pena fuori dal carcere.  Da organizzazione sostanzialmente “chiusa” si trasforma dunque in organizzazione “aperta” e in relazione con le realtà territoriali circostanti e infine da realtà “autoreferenziale” a realtà che si interroga su come è percepita al proprio esterno. In poche parole miglioreremo sempre più il concetto di carcere anche fuori dal carcere.
Quindi a chi si domanda come ridurre in modo efficace la popolazione carceraria, dobbiamo rispondere che è indispensabile un mutamento culturale di esecuzione della pena”.
 
Ha poi proseguito il Sottosegretario: “È necessario sottolineare che la responsabilità del reinserimento dei detenuti nella società non è prerogativa della sola amministrazione penitenziaria, ma deve essere posta a carico di tutti gli attori pubblici e privati che operano sul territorio. Risulta quindi fondamentale valorizzare il ruolo delle Regioni e degli Enti locali a sostegno delle politiche di reinserimento. È di conseguenza indispensabile rivolgersi e conoscere in profondità quello stesso tessuto sociale all’interno del quale si vuole collocare e rieducare il detenuto”.
 
Ha poi concluso Ferri: “In questo contesto segnalo la creazione, all’interno della struttura del Ministero della Giustizia, del nuovo Dipartimento di Comunità il quale, in grado di contribuire ad intercettare al meglio i finanziamenti europei destinati all’implementazione di percorsi finalizzati al reinserimento sociale. Pochi giorni fa (era il 7 aprile) il Ministro Orlando e il Commissario Tronca hanno sottoscritto una convenzione quadro avente ad oggetto la promozione e lo sviluppo dei progetti di lavoro di pubblica utilità e di altre attività gratuite a favore della collettività. La convenzione prevede lo sviluppo di progetti finalizzati alla manutenzione del patrimonio pubblico (pulizia e decoro urbano degli spazi) e interventi per la tutela del patrimonio culturale (musei e biblioteche). In quest’ottica di “apertura” del carcere si iscrive anche la costituzione della rete territoriale dei garanti per i diritti dei detenuti e la recente nomina del garante nazionale dei diritti dei detenuti che li coordina. Benché disciplinati dalle diverse leggi regionali, i garanti dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale rappresentano una figura di promozione dei diritti che agisce nel contesto locale al fine di realizzare i diritti delle persone private della libertà personale”.