La loro protesta va avanti da anni, con tanto di esposti e denunce a mezzo stampa perché per loro quei 150 metri di doppio senso in via Gino Menconi rappresentano un pericolo. I residenti di Avenza ri-scendono sul piede di guerra e tornano a chiedere una soluzione più sicura per la strada in cui abitano e transitano ogni giorno. Il problema è vecchio di anni: via Gino Menconi ha una strozzatura dove vige quello che gli avenzini chiamano un “inspiegabile” doppio senso. Le auto faticano a passare, i marciapiedi sono “risicati” e i provvedimenti tampone – vedi installazione di protezioni per i pedoni – introdotti qualche tempo fa sono solo dei palliativi.
E così quando nei giorni scorsi sono iniziati i lavori di sistemazione dei marciapiedi, molti hanno pensato che fosse arrivato finalmente il momento della svolta: «La legge prevede che contestualmente agli interventi di manutenzione, i marciapiedi non a norma debbano essere adeguati» racconta Alessandro Morescalchi, uno dei residenti della zona. E in effetti i marciapiedi di via Menconi sono particolarmente stretti e angusti: adeguarli significherebbe restringere la carreggiata e dunque rendere fisicamente impossibile il passaggio di due auto che viaggiano in direzione opposta.
«Avevamo sperato che allargassero il marciapiedi e risolvessero il problema del doppio senso…e invece niente: un cantiere da oltre 30 mila euro per chiudere un paio di buchi con una semplice asfaltata» ha commentato Morescalchi. Quello che chiedono gli abitanti è di introdurre il senso unico o un doppio senso alternato regolato da un semaforo. Di qui la decisione di presentare un esposto, l’ennesimo, al municipio per segnalare quelle che i residenti di via Gino Menconi ritengono le tante irregolarità di questa lunga vicenda.