Egregio Signor Sindaco Alessandro Volpi,

La Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati è un’Istituzione riconosciuta dallo Stato italiano e che riunisce, in un unico ambito, l’associazionismo nato nel dopoguerra a tutela dei diritti umani negati ai cittadini delle terre italiane, cedute con i vari tratti internazionali alla Jugoslavia

La Federazione rappresenta, oggi, le decine di migliaia di persone che in Italia e nel mondo sono legate alle terre di Istria, Quarnaro e Dalmazia, alla loro storia, cultura, vita sociale ed economica, al mondo degli esuli giuliano-dalmati, alle tragiche vicende che videro la pulizia etnica della componente italiana di quelle terre avvenuta in vario modo, dall’eliminazione fisica delle persone gettate nelle foibe o in mare, alla slavizzazione forzata della popolazione, nell’arco dei due decenni successivi alla fine della seconda Guerra Mondiale.

La Federazione è l’istituto con cui lo Stato si confronta nella predisposizione ed attuazione delle leggi di tutela della Memoria giuliano-dalmata. Il Giorno del Ricordo è una ‘solennità civile’ istituita con la legge 92 del 2004 e, seguendo la strada tracciata in questi anni anche dall’operato del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano in merito alla celebrazione della Memoria riguardante i tragici eventi del dopoguerra, Le chiediamo, nel rispetto del ruolo istituzionale da Lei ricoperto, la possibilità di istituire un’adeguata cerimonia presso il Comune di Massa.

Come Lei avrà avuto modo di apprendere, la complessità delle vicende dell’Adriatico Orientale richiedono approfondimenti adeguati al fine di trasmettere nella società i concetti di tolleranza, accoglienza e giustizia, quanto mai necessari ancora e soprattutto oggi. Il dramma patito dalla pulizia etnica a danno delle popolazioni di lingua italiana, rappresentano ancora un elemento poco conosciuto, tanto da far arguire a molti che ignorano, assurde testi giustificazioniste.

Assistiamo con sgomento ad azioni perlopiù minoritarie ed ideologizzate volte a discolpare gli autori – e con essi le dottrine alle quali questi si riferivano – di efferati massacri e feroci persecuzioni. A volte, in questi anni, abbiamo assistito a proclami secondo i quali: “uccidere un fascista non dovrebbe essere classificato come un reato”. Tuttavia, posto che le uccisioni dal ’43 in poi (proseguite dopo il ‘45) in Istria, Fiume e Dalmazia hanno coinvolto tutti gli strati sociali e politici della popolazione – dal CLN Istriano aI sacerdoti della Chiesa Cattolica, da professionisti, piccoli imprenditori, contadini ed operai a carabinieri, finanziari e gerarchi – ci domandiamo se abbia senso giustificare anche una sola uccisione di una persona connessa con il regime di quell’epoca.

Se la tesi giustificazionista dovesse trovare cittadinanza nella nostra società, allora verrebbe da legittimare anche orrendi massacri compiuti dai nazi-fascisti nel ’43-’45, come per, esempio le Fosse Ardeatine o Marzabotto, fino ad arrivare alla condiscendenza per atti di ritorsione non già contro gli esecutori dei massacri oggi sotto gli occhi di tutti (come gli attentati di Bruxelles del 22 scorso), ma di coloro che, pur essendo innocenti, fossero idealmente connessi con gli attentatori. Insomma, si otterrebbero esattamente gli effetti contrari auspicati dagli sforzi compiuti dalla nostra civiltà repubblicana e democratica. Sforzi di ogni tipo e di varia natura, perpetrati dal dopoguerra, volti a diffondere percorsi per la tutela dei diritti basilari dell’umana dignità.

Il concetto di Memoria per cui la Federazione si impegna assieme alle più alte rappresentanze dello Stato, parte da un indispensabile rispetto da offrire e da richiedere per le altrui diversità, desidera costruire una prospettiva partendo dalla cura per un’identità ed una appartenenza emarginata dalla società italiana del dopoguerra e che oggi, invece, sta nuovamente rinascendo, manifestando, al contempo, il desiderio di vita mai abbandonate anche nei momenti più bui e più difficili di un’esistenza a lungo perseguitata e nascosta.

Le chiediamo con questo accorato appello che il Comune da Lei guidato dia adeguato spazio e voce ai protagonisti di questa vicenda umana, a coloro che desiderano celebrare un’identità sfregiata e non becere ideologie sconfitte o superate dalla Storia. Le chiediamo di dare seguito ad azioni tese a celebrare la Memoria non come sterile ‘amrcord’ ma come elemento vivo, in grado in mettere in moto il cuore umano e costruire elementi di pacificazione, di giustizia e verità.

Restando a Sua disposizione per una proficua collaborazione,

Le porgiamo i nostri distinti saluti

Antonio Ballarin

Presidente Associazioni Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati