Il palazzetto si farà, risorgerà sulle ceneri del vecchio palasport chiuso, perchè pericolante e in degrado, ormai da quasi dieci anni, cioè in via Oliveti, zona industriale di Massa. Così ha deciso l’amministrazione Volpi. Sarà nuovo palazzetto che avrà un massimo di 1.000 posti a sedere e che sarà realizzato quasi totalmente a spese del Comune di Massa, che dovrà accendere un mutuo, fare cassa dal suo tesoretto e ricorrere a qualche finanziamento europeo e del Coni per ricostruire la struttura dove l’abbiamo sempre immaginata.

Qualcuno, però, aveva avuto un’idea diversa: in vista del nuovo Regolamento urbanistico spunta un’altra manifestazione di interesse di privati, che la commissione urbanistica ha esaminato in una delle sue ultime riunioni e che riguarda un nuovo palazzetto dello sport sul viale Roma, nella zona già a caratterizzazione sportiva con la piscina comunale e i campi di calcetto. Prima che qualcuno possa cominciare a immaginarsi come potrebbe essere, va detto che la manifestazione di interesse è già stata rigettata dagli uffici, ovvero non se ne farà nulla: il comune lì il palazzetto non ce lo vuole.

Il caso però è indicativo: ci troviamo sul viale Roma, già a Marina di Massa, su un terreno di proprietà privata, grande 6909 metri quadrati, praticamente accanto alle piscine comunali e ai campi da calcio. Il proprietario del terreno in questione presentò la manifestazione di interesse nel dicembre 2013, regolarmente protocollata e, poi, rigettata dagli uffici Pianificazione del territorio. Nelle intenzioni del privato c’era la “riqualificazione della zona, con dotazione e miglioramento dei parametri degli standard urbanistici, per una attività di interesse generale e diffuso”, come si legge nel contributo presentato agli uffici. Il terreno, inoltre, risulta già occupato da altre strutture sportive e ricreative, dunque perché non un Palasport? Dei 6.909 mq disponibili, il privato chiedeva il cambio di destinazione d’uso per 3.200 mq, proponendo la realizzazione di un impianto sportivo, con capienza di minimo 500 posti e la disponibilità a realizzare per il comune qualsiasi altra opera in perequazione avessero ritenuto opportuno. Un parcheggio, una rotatoria, un parco verde. Qualsiasi cosa.

 C’è di più: il privato, sempre nella manifestazione di interesse si diceva disponibile a “valutare con il Comune termini e condizioni sulla possibile gestione della struttura, con pagamento di canone annuale all’amministrazione comunale, anche in previsione di una ulteriore maggiore capienza del palazzetto, ed eventuali strutture ed attività di servizio connesse”. Insomma: sulla carta poteva essere un buon affare, senza contare che a poche decine di metri da lì c’è Esselunga, che avrebbe voluto spendere un po’ delle sue risorse per la costruzione di un palazzetto dello sport per la sua città, in cambio, lo ricordiamo, dell’ampliamento del supermercato; anche se quel progetto era naufragato, l’amministrazione avrebbe potuto valutare la possibilità di mettere insieme i due privati per realizzare qualcosa di veramente grosso, definitivo e importante.

Ma le strategie territoriali si scontrano con la realtà dei fatti: gli uffici sono stati costretti a rigettare la manifestazione di interesse, pare perché una parte del terreno, l’ultimo spicchio verso mare, rientra in zona Pime ( pericolosità idrogeologica molto elevata).

Si vede chiaramente, infatti, che la cartina, aggiornata con le ultime carte del rischio idrogeologico, in effetti per poche decine di metri quadrati si colora di blu scuro, che significa alto rischio allagamento e quindi divieto categorico a costruire. A nulla sono valse le rassicurazioni dei privati impegnatisi a costruire lontano dall’area Pime e soltanto in tutti gli altri migliaia di metri quadrati disponibili. Quel progetto, insomma, non vedrà mai la luce.

il tirreno