Le ruspe – si sbilancia l’assessore Gabriele Carioli – arriveranno a maggio e abbatteranno quel cubo di cemento, inagibile dal 2006, che i massesi, con ottimismo, continuano a chiamare “palazzetto”. La demolizione è il punto fermo dal quale ripartire per costruire un palazzetto vero . A marzo – Carioli, con delega allo sport, disegna il cronoprogramma- gli uffici comunali bandiranno la gara per assegnare i lavori di demolizione dello stabile accanto allo stadio. Ad aprile, al più tardi maggio, l’edificio dovrebbe finire a terra e a giugno dovrebbero partire, invece, i cantieri per la costruzione del nuovo palazzetto. Per inaugurare l’iter manca, però, un ultimo passaggio: la definizione del progetto esecutivo, condizione necessaria per predisporre e bandire la gara d’appalto.
Un progetto – seppur da ritoccare – c’è ed è già stato sottoposto al vaglio della delegazione provinciale del Coni e delle Federazioni sportive. E chi dentro al palazzetto deve organizzare i match ha steso la lista delle modifiche da apportare: «Ci siamo seduti intorno ad un tavolo – a fare il punto è Vittorio Benedetti, delegato del Coni – e le singole federazioni hanno rilevato le criticità. L’amministrazione e l’assessore Carioli, e per questo lo ringrazio pubblicamente, hanno mostrato grande disponibilità, non ci è stato proposto un progetto preconfezionato, piuttosto ci è stato concesso di proporre modifiche».
E tra quelle modifiche qualcuna è più corposa delle altre. Al primo posto nella lista dei cambiamenti da apportare al progetto c’è, infatti, la capienza. Perché è in base a quel requisito che il palazzetto può essere omologato per gli incontri del campionato volley di serie A. Nella prima stesura, il progetto prevedeva un numero massimo di 450 spettatori. Troppo pochi e non soltanto per l’omologazione: l’amore che la città mostra nei confronti della pallavolo riesce, infatti, a portare sotto rete 800-900 persone. Ecco, quindi, che i tecnici del Comune si sono rimessi al lavoro, hanno studiato la creazione di “spazi soffietto” per ampliare la capienza fino ad un totale di 700 spettatori. Certo il nodo dei 300 posti mancanti rimane, anche se una ipotesi di soluzione esiste. Lo confermano Italo Vullo, della Federazione Volley e il delegato del Coni: «Il solaio sarà rafforzato e costruito in modo da poter reggere una ulteriore tribuna e i 300 spettatori mancanti».
Intervento, questo che verrebbe realizzato in un secondo momento e con ulteriori finanziamenti. Insomma – per tirare le somme – si ridisegna il progetto, si apportano tutti i correttivi apportabili in tempi brevi, si va a gara per la demolizione e si comincia a realizzare l’agognato palazzetto. Per evitare di finire alle calende greche, si parte subito con la riserva di intervenire in un secondo momento. E per gli incontri di pallavolo – perché questo rimane il nodo – tocca chiedere la deroga annuale nella speranza che la modifica al progetto e l’ampliamento arrivino a breve. Con i soldi necessari per realizzarli. Nell’attesa, tecnici del Coni e di Palazzo civico faranno un salto a Carpi dove quel tipo di soluzione sul solaio è già stata adottata.
Capienza a parte, le altre criticità rilevate sono state in gran parte corrette. Correzione anche per gli ingressi degli spogliatoi che sono stati strutturati in modo da essere raggiungibili senza dover “tagliare” il campo. I tecnici hanno raccolto anche le osservazioni della Federazione Basket «che – spiega Benedetti del Coni – aveva bisogno di un ampliamento del campo». Insomma, qualcosa da rivedere – e non piccolezze – ancora c’è, ma il Comune non rimanda e inaugura l’iter per i lavori.
il tirreno