Quel post dal tono minaccioso, pubblicato su Facebook esattamente dodici ore prima del delitto non è passato inosservato ai frequentatori più assidui del social network. Non appena la notizia dell’assassinio del maresciallo Antonio Taibi per mano di Roberto Vignozzi si è diffusa in città, sul web è partito un tam tam di commenti e messaggi ma, evidentemente c’è anche chi – e sono stati in molti – è andato a curiosare nei profili Facebook dei due figli dell’omicida, Riccardo e Alessandro. Per loro ha confessato di aver agito l’ex postino, per quei due ragazzi, sangue del suo sangue, che appena trentenni, avevano già una lunga fedina penale, soprattutto per reati collegati allo spaccio di stupefacenti. Vignozzi ha ammesso di essersi voluto vendicare contro chi, il maresciallo Taibi appunto, aveva contribuito con il suo lavoro e le sue indagini a spedire i due fratelli in carcere. Ieri mattina, dopo aver ascoltato l’assassino, i carabinieri hanno sentito a lungo anche i ragazzi, ai domiciliari dopo la condanna di martedì, quella a che ha fatto scattare la follia omicida dell’anziano padre.
E così in città, per strada, sui social, c’è chi scommette che quei due giovani così sbandati non siano del tutto estranei all’accaduto: si tratta è bene precisarlo solo di chiacchiere da bar, ma nell’epoca di Facebook anche un post diventa un indizio, almeno per il popolo del web. Dunque, l’ultimo post che avrebbe scritto di suo pugno alla vigilia dell’omicidio Taibi uno dei due figli dell’assassino non è passato inosservato. Esattamente dodici ore prima che suo padre Roberto si presentasse a casa del maresciallo e gli sparasse, Alessandro Vignozzi avrebbe pubblicato queste parole: «ora ci facciamo due rise….vediamo chi e il zoppo che li piace zoppicare con l infame…». Una frase sgrammaticata ma dal tono evidentemente minaccioso che, è bene sottolinearlo, pur non contenendo alcun riferimento diretto a quanto sarebbe accaduto l’indomani, ha destato i sospetti di molti comuni cittadini. Appreso dell’omicidio, diversi frequentatori del social hanno manifestato sconcerto e indignazione per quelle parole così dure pronunciate proprio alla vigila del delitto.