“La Regione Toscana si propone di spendere per la prevenzione del dissesto idrogeologico circa 100 milioni all’anno”, lo ha detto il presidente della Toscana Enrico Rossi partecipando questa mattina alla presentazione di ‘Un Paese nel fango’, nuovo libro di Erasmo D’Angelis, direttore del quotidiano L’Unità, già capo della struttura governativa di missione sul dissesto idrogeologico.

“Nel piano regionale di sviluppo che presenteremo a gennaio – ha proseguito Rossi – è previsto un programma quinquennale 2016/2020 con una spesa di 540 milioni. Non sono cifre enormi, ma non è nemmeno poco perchè per spendere 100 milioni all’anno occorre avere una valida struttura tecnica e amministrativa, metterle al lavoro, esecitare poteri sostitutivi”.

Commentando il libro, che proprone un’analisi dei disastri idrogeologici avvenuti in Italia come dichiararto dal sottotitolo “frane, alluvioni ed altri disastri annunciati. I fatti, i colpevoli, i rimedi”, Rossi ha detto: “Sono fiero del fatto che D’Angelis citi la Toscana come punto di riferimento positivo per tutto il Paese nella lotta contro le alluvioni e i disastri idrogeologici. Questo è un fronte sul quale in questi anni abbiamo lavorato molto, su più fronti, e sul quale continueremo a lavorare difendendo il territorio”.

“Mi piace che venga riconosciuto il lavoro fatto – ha aggiunto – un lavoro che si muove su tre fronti: anzitutto politiche a favore dell’agricoltura, che è un settore che unice sviluppo economico e tutela del territorio; in secondo luogo limitazione del consumo del suolo, con il rispetto della legge 65 che mira alla rigenerazione dei tessuti urbani e frena il consumo delle aree verdi; infine la capacità di spendere ‘poco’ ma in maniera costante, realizzando tanti interventi piccoli ma necessari senza limitarsi ad invocare finanziamenti miliardari per opere gigantesche. Sono scelte importanti che, se repl icate su tutto il Paese, potrebbero dare risultati positivi”.

“Questo esecutivo – ha poi detto Rossi – si sta impegnando per la prevenzione delle alluvioni in Italia e distribuisce finanziamenti nella misura giusta ogni anno. Quando D’Angelis dice che ci sono i soldi ma non i progetti, non si riferisce certo a noi, che invece siamo citati come esempio positivo dato che in questi anni abbiamo davvero dato una svolta, sia con la legge 35 per l’accelerazione delle opere strategiche, che ha commissariato una serie di situazioni dove i lavori erano in ritardo o non erano partiti, sia con la scelta di non invocare miliardi, ma spendere ogni anno in maniera costante le risorse che ci sono. Sembrerà strano ma per spendere i soldi destinati a questi progetti occorre una struttura ben allenata: ci vogliono progetti, ci vogliono le gare, ci vogliono imprese che non falliscano, ci vuole di vincere nei tribunali i ricorsi che regolamente vengono fatti”.

“La nostra progettazione va avanti – ha concluso – e penso che nell’arco di 5 o 10 anni la situazione potrà cambiare in modo significativo per i cittadini”.