Fino a qualche anno fa qui sotto le Apuane si disputava se la provincia dovesse chiamarsi “Massa e Carrara”, “Massa-Carrara” o “Massa Carrara”. C’era chi s’accapigliava tra sostenitori del trattino e quelli della “e”. Oggi la provincia d Massa Carrara, con o senza “e”, sta scomparendo, evaporando. E non solo come organismo amministrativo. Ma anche come entità in sé. Perché con la Provincia intesa come ente intermedio fra Comuni e Regione – quella con un presidente, un consiglio provinciale eletto dal popolo e tutto l’apparato politico conseguente – stanno sparendo anche tutte le organizzazioni, gli enti, le articolazioni periferiche del governo centrale che fino a ieri avevano una dimensione provinciale. L’Asl non sarà più l’Asl di Massa Carrara, l’Autorità portuale pare destinata a essere accorpata con quella della Spezia, la Camera di Commercio si fonde con quella di Lucca.
E anche i sindacati, le associazioni del commercio e dell’impresa stanno dotandosi di un assetto comprensoriale, di “area vasta”, unendosi con Lucca, Pisa o Livorno. Ecco, stiamo entrando nel tempo dell’Area vasta, concetto dettato dalla spending review (cioè di tagli alla spesa) che ha confini geografici variabili, e sarà sempre più difficile dire “in provincia di Massa Carrara”. È un’epocale spostamento del baricentro di piccoli-grandi centri di potere e di burocrazia di cui i cittadini, in verità, poco sentono – almeno per ora – le conseguenze. Ma che di sicuro incide su chi in quelle strutture ci lavora e sul peso politico del territorio apuano. Il tutto con una particolarità. Non c’è accorpamento, fusione, riorganizzazione che prevede che il “centro” di potere resti a Massa (o a Carrara).
Provincia. Ridotta a ente di secondo livello, verrà in un futuro cancellata in virtù della modifica costituzionale approvata dal Parlamento. Il personale finirà in parte sotto la Regione, in parte nei Comuni, ma per due funzioni fondamentali per il territorio – la gestione delle scuole e la manutenzione delle strade – rimarrà con uffici e strutture “proprie”. Almeno per ora.
Il taglio all’apparato politico-amministrativo c’è già stato a Palazzo Ducale. Dal primo gennaio partirà quello delle funzioni e quindi del personale. Turismo e tutela del verde passeranno ai Comuni; la Forestazione all’Unione dei Comuni della Lunigiana. Circa 70 dipendenti, quelli dei settori: agricoltura, caccia e pesca, formazione professionale, ambiente e energia, osservatorio sociale e strade regionali, passeranno alla Regione. Cioè resteranno nei loro uffici a Massa, ma sotto una direzione e gestione regionale. Altri 30 dipendenti circa andranno invece in pensione anticipata. Alcuni, passeranno direttamente nelle amministrazioni comunali, assorbiti in altri settori, attraverso bandi o mobilità.
Prefettura. La prefettura di Massa Carrara è destinata ad essere accorpata a quella di Lucca, nell’ambito della spending review decisa dal governo Renzi. È la soluzione più contestata, dai sindacati, e anche dagli amministratori locali che temono una riduzione della presenza dello Stato sul territorio con ripercussioni soprattutto sul piano della sicurezza e dell’ordine pubblico.
Sanità. Le Asl toscane da 12 diventeranno 3. Quella di Massa Carrara farà parte dell’Asl Nord Ovest con Versilia, Lucca, Pisa, Livorno. Intanto anche la centrale del 118 si sposterà: dal 2016 le chiamate di soccorso da Zeri a a Montignoso saranno raccolte dalla sala operativa del Versilia.
Autorità portuale. L’Autorithy di Marina di Carrara verrà assorbita da quella della Spezia: un porto toscano che finisce sotto la gestione della Liguria. Una soluzione molto contestata dagli operatori economici e dalla politica apuani.
Camera di Commercio. Qui si parla di fusione delle Camere di commercio di Massa Carrara, Lucca e Pisa, un processo non ancora attuato, ma già delineato.
Scuola. La regionalizzazione della gestione delle scuola è ormai nella storia: i provveditorati su dimensione provinciale non ci sono più, sostituiti dagli Uffici scolastici. E pochi si soon accorti del cambiamento.
Trasporto pubblico. Atn, che era un’azienda di livello provinciale è stata sostituita da Ctt, che gestisce il trasporto pubblico di tutta la Toscana del Nord, ma già si prospetta una gestione unica regionale.
Assindustria e le altre. Non solo gli enti pubblici o diritto pubblico diventano di “area vasta”. Anche le associazioni d’impresa, i sindacati, le confederazioni di categorie economiche stanon seguendo la medesima strada. Come Assindustria, che ha avviato un processo di trasformazione in organizzazione regionale per adesso con una integrazione con la Confindustria di Livorno.
Così come Confcommercio è diventata un organismo interprovinciale attraverso la fusione con Lucca, mentre Confesercenti si allea con Pisa e Lucca. In tutti questi casi l’obiettivo della riorganizzazione, non imposto da leggi o decreti, è di ridurre i costi attraverso sinergie e di affrontare le tematiche di settore in una prospettiva più ampia.
I sindacati. Anche la tutela dei lavoratori diventa di area vasta. La Cgil ha avviato un processo di accorpamento fra le segreterie di Massa Carrara, Lucca e Viareggio, che prevede il mantenimento dei presidi territoriali ma una sola segreteria, al cui vertice dovrebbe andare Paolo Gozzani della Cgil apuana.
In modo analogo la Uil ha adesso una Camera territoriale della Toscana del Nord (Massa e Lucca), di cui è segretario il carrarese Franco Borghini.
La Cisl Toscana Nord, che unisce Massa Carrara, Lucca e Pistoia è già una realtà dallo scorso anno; anche in questo caso le strutture locali sono però rimaste quasi tutte.
Banca d’Italia. Anche la articolazione provinciale della banca centrale è sparita, e ormai da tempo, da Massa. Anche in questo caso senza grosse recriminazioni, ma lasciando una gigantesco edificio nel centro città abbandonato e di difficile riutilizzazione.
Carabinieri e questura. Si parla anche di accorpamenti dei comandi provinciali dei carabinieri e delle questure, che seguirebbero la riduzione delle prefetture, ma su questa riarticolazione della presenza delle forze dell’ordine ancora non c’è alcuna certezza.
L’acqua e Il caso rifiuti. Anche le aziende di servizi hanno cambiato scala. Il servizio idrico è ormai da anni di area vasta, affidato alla molto criticata
Gaia Spa, sede in Versilia e già si parla di aggregazioni di livello regionale. Cosa che dovrebbe valere anche per i rifiuti. L’ambito territoriale già esiste, ma le aziende dei rifiuti in provincia continuano ad essere di scala provinciale, anzi comunale: Amia, Asmiu, Carmec, Costa rifiuti.
il tirreno