“Buone notizie per gli uffici postali dei piccoli comuni (in Toscana 59) il TAR sospende le chiusure, ora Poste si metta al tavolo con gli amministratori locali e finalmente discuta come abbiamo sempre chiesto nelle nostre interrogazioni parlamentari.”

On. Martina Nardi

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10296 CAMERA

Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-10296
presentato da
NARDI Martina
testo di
Giovedì 10 settembre 2015, seduta n. 479

Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. —

Per sapere

premesso che:
Poste italiane spa ha in programma l’applicazione, all’interno del proprio piano industriale, del
controverso ridimensionamento già presentato in primavera e di poco modificato;
il piano comporterebbe la chiusura di 59 uffici postali (solo 6 in meno rispetto al piano
presentato in primavera) all’interno della Toscana, ovvero le chiusure degli uffici postali rurali,
marginali e montani: 4 in provincia di Arezzo (Campogialli, Pieve a Presciano, Meleto e Mercatale),
6 in quella di Firenze (Pomino, Marcialla, Romola, San Donato in Poggio, San Martino alla Palma
e Castelnuovo d’Elsa), 10 a Grosseto (Pereta, Santa Caterina, Selva, Montorgiali, Ravi, Torniella,
Borgo Carige, Buriano, Monticello dell’Amiata e Talamone), 8 a Lucca (Mologno, Castelvecchio
Pascoli, San Ginese, Lappato, Vorno, San Colombano, Valpromaro e Tereglio), 6 a Massa Carrara
(Montedivalli, Vinca, Caprigliola, Serricciolo, Filetto e Canevara), 10 a Pisa (Corazzano, Ghizzano
di Peccioli, Legoli, Luciana, Marti, Soiana, Treggiaia, Uliveto Terme, San Giovanni alla Vena e
Castelmaggiore), 8 a Pistoia (Calamecca, Cireglio, Grazie, Pracchia, San Mommè, Villa Baggio,
Montemagno di Quarrata e Tobbiana), 1 a Prato (Bacchereto) e 6 a Siena (Monticchiello, Pievescola,
San Gusmè, Gracciano, Montisi e Serre di Rapolano);
le chiusure comporteranno un disagio fortissimo agli abitanti di queste piccole comunità locali,
spesso decentrate dai propri capoluoghi, abitate da anziani, per i quali l’ufficio postale rappresenta
anche un fondamentale presidio del territorio;
contro le chiusure e le riduzioni dei servizi progettate si sono mobilitati cittadini, sindaci,
consiglieri comunali e regionali, organizzazioni sociali, l’Anci Toscana (di pochi giorni fa una
manifestazione in Lunigiana ha visto il coinvolgimento di oltre 200 persone tra cittadini e
amministratori locali) e i cittadini minacciano di occupare gli uffici postali e ritirare i propri depositi;
con sentenza n. 332 del 15 luglio il TAR del Friuli ha accolto il ricorso proposto dal comune
di Buja in provincia di Udine, annullando i provvedimenti con i quali Poste Italiane, in applicazione
del piano di riorganizzazione degli uffici postali, aveva chiuso due uffici postali in due frazioni del
Comune;
dalla lettura della sentenza, infatti, emerge con chiarezza inequivocabile come i giudici friulani
abbiano affermato che l’esigenza di risparmiare può essere un fattore di valutazione da parte di
Poste Italiane, ma non può prevalere sull’interesse pubblico allo svolgimento del servizio universale;

la presenza capillare di uffici postali anche in comuni montani e difficilmente accessibili è un
elemento importante per la popolazione che non possiede mezzi di trasporto privati e per gli anziani,
oltre che per imprese, artigiani e commercianti;
per queste piccole comunità l’ufficio postale rappresenta un presidio fondamentale, nonché
un elemento importante di coesione sociale, economica e territoriale, premettendo un accesso
universale a servizi locali essenziali;
la chiusura degli uffici postali comporterà un aggravio pesante di tempo e di costi per i cittadini,
così come per imprese, artigiani e commercianti già provati dalla crisi e costretti ora a spostarsi, con
il conseguente maggiore impatto ambientale;
tra i principi che regolano il necessario decentramento dei servizi pubblici vi è la necessità di
assicurare alle aree periferiche del territorio le stesse possibilità delle aree urbane e più densamente
popolate;
questo progetto di chiusura dei servizi degli uffici postali, potrà contribuire ad un ulteriore
spopolamento dei centri minori, dei borghi e delle aree rurali, in totale contraddizione con gli
interventi che prevedono già ora finanziamenti per le Unioni montane e per i Comuni montani per
evitare lo spopolamento e per mantenere la qualità della vita, che rischiano di essere del tutto
vanificati se verranno chiusi servizi essenziali come gli uffici postali;
alcune zone oggetto di tali riduzioni di sedi postali sono ad alta intensità turistica e questo
comporterà una riduzione dei servizi anche per l’utenza turistica che sceglie i borghi minori della
Toscana anche per la qualità della vita e dei servizi –:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e se intenda chiarire tale
situazione relativa alle innumerevoli sedi che Poste italiane spa ha in programma di chiudere;
quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere per scongiurare questa ipotesi
che avrebbe conseguenze pesantissime per le comunità locali coinvolte e per tutelare il diritto degli
abitanti ad avere garantiti i servizi postali e di comunicazioni, nonché il diritto per i pensionati di
disporre dalla propria pensione. (4-10296)