Termina oggi il periodo a maggior rischio per lo sviluppo di incendi boschivi. Da domani, martedì 1 settembre, fino al 30 giugno del prossimo anno si potranno effettuare abbruciamenti di residui vegetali, osservando però alcune precise prescrizioni e adottando tutte le cautele necessarie onde evitare sia l’innesco di incendi che di incorrere nelle sanzioni previste dalla normativa.

“Le modifiche al regolamento forestale della Toscana – spiega l’assessore all’agricoltura e foreste Marco Remaschi – contenute nel decreto del presidente della Giunta regionale 48/R dell’8 agosto 2003 e rese necessarie per adeguarsi alle norme nazionali, sono entrate in vigore lo scorso maggio ma per molti aspetti sono ancora poco conosciute, soprattutto agli agricoltori occasionali”. La normativa consente l’abbruciamento di residui ligno cellulosici provenienti da tagli boschivi, interventi colturali, interventi fitosanitari, potatura, ripulitura, ai fini del loro reimpiego nel ciclo colturale di provenienza. L’abbruciamento, inoltre, deve essere effettuato entro i 250 metri dal luogo di produzione e in piccoli cumuli non superiori a 3 metri steri per ettaro al giorno. Lo stero è un’unità di misura di volume usata per il legno ed equivale a un metro cubo vuoto per pieno, vale a dire volume incluso i vuoti.

Vediamo in breve quali sono le norme da rispettare nel periodo non a rischio, che va da settembre a giugno. Per poter eseguire abbruciamenti in bosco o nelle aree assimilate a bosco e negli impianti di arboricoltura da legno, è necessario essere preventivamente autorizzati dall’ente competente sul territorio ai sensi della legge. Se si opera nei 50 metri di distanza dal bosco e nei castagneti non occorre essere autorizzati, ma vanno comunque osservate le norme di prevenzione che impongono di utilizzare spazi ripuliti dalla vegetazione nei quali limitare, come detto, il materiale da bruciare in piccoli cumuli. Inoltre, occorre operare in presenza di un adeguato numero di persone e mai da soli e osservare la sorveglianza continua della zona fino al completo spegnimento delle braci. “Si raccomanda – aggiunge Remaschi – di prestare particolare attenzione alla sicurezza personale degli operatori. In questi ultimi anni si sono verificati alcuni casi di info rtunio grave e di decesso nel corso dello svolgimento di queste pratiche agricole. Una persona è deceduta pochi giorni fa in provincia di Arezzo per le ustioni riportate e un’altra ha perso la vita in analoghe circostanze in provincia di Massa-Carrara, a inizio dell’estate”.

Per evitare il rischio di trasformare l’eliminazione di residui vegetali in un principio di incendio, il regolamento forestale toscano ha introdotto da quest’anno l’assenza di vento come condizione necessaria per procedere ad un abbruciamento. Se la colonna di fumo sale verticalmente siamo in regola, in caso contrario esiste il rischio di veder sfuggire il fuoco al controllo e non ci sono, quindi, le condizioni per intraprendere questa pratica agricola. Si tratta di una norma preventiva fondamentale, considerando che negli ultimi anni numerosi incendi si sono sviluppati su vaste superfici del territorio toscano, proprio in occasione di operazioni di abbruciamento svolte in giornate ventose e poi sfuggite al controllo.

Riguardo alle accensioni di fuochi nel bosco, è consentita la cottura di cibi in bracieri e barbecue che siano situati nelle abitazioni o nelle pertinenze e nelle aree attrezzate. Anche in questi casi occorre operare nel rispetto delle prescrizioni dettate a fini preventivi. Se si utizzano spazi ripuliti e le cautele per evitarne la propagazione, è possibile accendere un fuoco per il riscaldamento o la cottura di cibi, osservando anche in questo caso una costante sorveglianza fino all’esaurimento delle braci.