Dopo due anni le questioni sollevate dagli Arancioni in consiglio comunale sono finalmente arrivate alla Città. Una parte consistente della maggioranza ammette il fallimento dell’azione amministrativa fino a chiedere l’azzeramento della Giunta.

Ammettere gli errori e ripartire da lì sembrerebbe l’unica strada dotata di qualche senso.

Non possiamo che concordare, ma vorremmo anche sottolineare come appaia ora a tutti evidente quanto da noi sostenuto due anni fa in campagna elettorale.
Dal percorso delle primarie in avanti noi abbiamo detto a chiare lettere che non era possibile fare un’alleanza e governare con chi avevamo contrastato per metodo politico e risultati.
Ora i nodi di quelle scelte vengono al pettine. Una narrazione continua e altisonante di imprese amministrative non rispondente ai fatti. Tutti ci ricordiamo ad esempio le mirabolanti e strombazzate dichiarazioni sulle “buone pratiche” della macchina amministrativa che doveva essere ridotta da 10 dirigenti a 8 e da 10 assessori a 5.
I dirigenti sono già tornati 10 (con due incarichi) e gli assessori si apprestano a farlo. Continua a mancare però una visione di città, si rincorre il soddisfacimento di appetiti vari, si costruiscono bandi ad personam. L’ultima presa in giro è l’articolo
che mette la cultura al primo posto senza elencare un solo risultato che sia frutto esclusivo di questa amministrazione. Non parliamo poi della mitica partecipazione e trasparenza, due sconosciute, come dimostra da ultimo l’iter del RU.

Per questi motivi abbiamo contestato le scelte di allora e continuiamo a farlo.

Pur essendo forza di opposizione a questa amministrazione, crediamo che un confronto politico programmatico debba partire dalle questioni:

  • la sanità
  • il Regolamento urbanistico e il rischio idrogeologico
  • il Porto
  • politiche della gestione dei rifiuti

e non solo.

Che si apra un confronto aperto in consiglio comunale su questi temi, fuori dalle logiche della vecchia politica (fatte tornare di moda da chi si era fatto “paladino” del cambiamento) e dalle discussioni nelle stanze chiuse.