Dieci anni. Il gup Ermanno de Mattia ha riconosciuto il concorso in omicidio, seppur nella forma anomala, per Adil Amroui: il ragazzo marocchino quindi è in parte responsabile della morte di Andrea Fruzzetti ed Enrico Baria, freddati a coltellate da Andrea Mazzi la notte di Natale del 2013. Il giudice ha letto la sentenza dopo una camera di consiglio durata quasi due ore. Una pena dimezzata rispetto alla richiesta dell’accusa, ma per quando riguarda la ricostruzione dei fatti il pubblico ministero Rossella Soffio ha vinto su tutta la linea. L’avvocato che difende il ragazzo, Giorgio Zunino, ha già annunciato che impugnerà il verdetto. Le motivazioni verranno depositate tra novanta giorni.
Il pubblico ministero Rossella Soffio lo ha ribadito durante la sua controreplica al giudice dell’udienza preliminare, davanti al quale si teneva il processo col rito abbreviato, Ermanno De Mattia: la vigilia di Natale del 2013 Amroui ha concorso, con Andrea Mazzi, all’omicidio di Andrea Fruzzetti. Un concorso che valeva la sua richiesta di condanna a 20 anni di reclusione. Compresa la riduzione di pena di un terzo.
Quella tragica notte. Tutto ruota intorno alla ricostruzione della notte tra il 24 e 25 dicembre che si conclude con il duplice omicidio di Andrea Fruzzetti, 21 anni, ed Enrico Baria, 30 anni. Per quelle morti è a processo, in corte d’assise, con l’accusa di omicidio volontario, Andrea Mazzi. Secondo la Soffio e i carabinieri del nucleo investigativo all’omicidio di Fruzzetti però ha concorso anche Adil. «La colluttazione tra Adil e Fruzzetti – ha sostenuto il pm nella sua requisitoria – ha favorito Mazzi, che ha approfittato del momento per infliggere le coltellate al ventunenne». Un’azione consapevole da parte del giovane marocchino. Da qui la contestazione del concorso nel delitto e la richiesta dei venti anni di reclusione.
il tirreno