C’è una nuova inchiesta giudiziaria in corso in Lunigiana, riguardante un piano di lottizzazione immobiliare in località Masero di Licciana Nardi. Non sappiamo se sia quella ventilata a fine aprile dal procuratore capo della Procura della Repubblica di Massa Carrara, Aldo Giubilaro, a margine di un incontro sulla legalità con decine di studenti della scuola media “Iginio Cocchi” di Licciana Nardi, ma in quella occasione Giubilaro non nascose che qualcosa bolliva in pentola e sarebbe venuto a galla.
Infatti, è Giubilaro stesso ad avere disposto l’inoltro di cinque avvisi di garanzia ad altrettanti personaggi, alcuni dei quali molto noti in Lunigiana: si tratta dell’ingegner Graziano Testa, fratello del dirigente comunale aullese Franco, difeso dall’avvocato Agnes Tosto; degli imprenditori Leandro e Mauro Terenzoni, il primo difeso dall’avvocato Raffaella Lorgna, il secondo dall’avvocato Corinna Valettini; di Giovanni Rosi, difeso dall’avvocato Maurizio Barbieri; di Claudio Beverini, difeso dall’avvocato Anna Ilda Conti.
Tutti i cinque destinatari dell’informazione di garanzia sono indagati poiché, «agendo in concorso tra loro nell’ambito del piano di lottizzazione “Il Masero”, non rispettando i parametri di detta lottizzazione, realizzavano – questa l’ipotesi di reato sulla quale sta lavorando la Procura della Repubblica di Massa – a fronte di un volume convenzionato di metri cubi 42mila e 782, immobili per un volume pari a mc 43mila e 216, generando standard per una superficie di mq 9mila e 685, avendo a disposizione una superficie da cedere all’amministrazione di soli mq 6mila e 810 sì da fare mancare, tenendo conto dei parametri di convenzione, una superficie di mq 2mila e 792 o di mq 2mila e 874, se si tiene conto del volume effettivamente realizzato, da cedere all’amministrazione comunale, non rinvenibile nell’area di intervento».
Inoltre, Graziano Testa è anche indagato per un’altra ipotesi di reato, «poichè nello svolgimento delle funzioni di pubblico ufficiale, in quanto progettista e direttore dei lavori e con riferimento alla lottizzazione e alla realizzazione dei fabbricati di cui ai capi che precedono, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, firmando l’attestazione di agibilità di unità immobiliari facenti parte dei fabbricati di cui alla lottizzazione indicata nei capi che precedono, attestava contrariamente al vero l’agibilità di dette unità laddove detta agibilità non poteva essere attestata».
Soltanto ipotesi di reato, lo ripetiamo, che potrebbero anche non tradursi in rinvii a giudizio, ma una nuova inchiesta è in corso in Lunigiana e su un terreno notoriamente delicato, quello delle lottizzazioni immobiliari.
il tirreno