Nell’incendio dell’ex ristorante la Taverna del lupo , avvenuto martedì all’alba in località Porneta, sono andate distrutte 586 piante di marjiuana che si trovavano nelle tre sale che una volta erano riservate ai clienti del locale, altre 975, stipate al piano superiore, invece non sono state toccate dalle fiamme. Inoltre sono state trovati anche quasi venti chili di foglie già essiccate e pronte per essere vendute al dettaglio. L’inventario ha richiesto un lavoro certosino alla squadra mobile. Gli uomini di Antonio Dulvi Corcione adesso dovranno capire di chi era la coltivazione. L’unica cosa che si sa è che il contratto di locazione dell’immobile, trasformato in abitazione, è stato regolarmente registrato a nome di una giovane cinese, che divideva l’appartamento con un connazionale. L’impressione è che la ragazza, che di professione dice di essere un’ambulante, sia soltanto una prestanome e che all’interno della Tana del lupo invece ci fossero altre persone. Particolarmente esperte in questo tipo di raccolto.
Il locale sulle alture di Antona si presentava completamente attrezzato per la coltivazione della marjiuana, corredato di diversi tipi di fertilizzanti impiegati per la semina; ma c’era pure una strumentazione che riproduceva un artigianale sistema di generatore elettrico, allacciato abusivamente a una cabina posta nelle vicinanze e che serviva ad aumentare la potenza di energia elettrica erogata e permettere dunque a lampade speciali di generare la luce artificiale per la crescita delle piante. Per capire l’accaduto sono stati sentiti i proprietari del locale, che all’oscuro di tutto hanno detto agli agenti di essere stati contattati da persone di etnia cinese che, dopo aver prodotto regolare documentazione, hanno stipulato il contratto di locazione senza aver avuto, fino a quel momento, altri contatti, se non attraverso alcuni intermediari della cittadina cinese in corso d’identificazione. Sia l’immobile che le relative piante, e tutti i macchinari e le attrezzature, sono stati sequestrati. Gli inquilini avevano stipulato regolare contratti per l’allaccio delle utenze di luce e gas. Chi abita nei pressi della Tana del lupo però sostiene che lassù non si sono mai visti. O quasi.
il tirreno