poggi 1Si spara ancora. Sempre ai Poggi. E nonostante l’episodio – lo riconosce anche la magistratura – sia contestualizzato e circoscritto, la paura in città serpeggia. Tanto che il prefetto Giovanna Menghini non ha perso un attimo, ha contattato sindaco e forze dell’ordine e convocato d’urgenza, per domani, un comitato d’ordine pubblico. Reazione immediata, quindi: azioni di prevenzione e controlli puntuali del territorio. Ma un’evidenza rimane: Poggi si conferma – se mai ce ne fosse stato bisogno – un quartiere delicatissimo, figlio di una vecchia concezione dell’edilizia popolare, quella dell’agglomerato, del palazzone a fianco al palazzone.

E disagio urbanistico – a scrivere l’equazione è il sindaco Alessandro Volpi – è uguale a disagio sociale. È da questa equazione, infatti, che parte l’amministrazione comunale per tentare la strada della riqualificazione e dell’integrazione: «Dobbiamo constatare che gli episodi si concentrano a Poggi, non a caso quell’area è stata inserita nei cosiddetti progetti di rigenerazione urbana, insieme ad Alteta». Un inserimento in base a precisi – e poco incoraggianti – criteri: «Ai Poggi – prosegue il sindaco – il tasso di disoccupazione è più elevato rispetti agli altri quartieri cittadini e più elevata è la densità abitativa». Troppa gente in poco spazio e niente lavoro.

Così quando la Regione mette sul tavolo un finanziamento per interventi urbanistici con ricadute sociali, l’amministrazione pensa subito ai Poggi: «Il quartiere – prosegue Alessandro Volpi – è figlio di logiche urbanistiche superate, noi partecipiamo ai bandi regionali e contiamo di ottenere risorse per riqualificarlo. La progettazione è già stata finanziata ed è in corso». Insomma, gli uffici comunali sono già all’opera per ridisegnare – almeno per quanto riguarda servizi ed aree verdi – i Poggi. Senza dimenticare – aggiunge il primo cittadino – che è già stata adottata la variante per realizzare il Pisacane 2, il nuovo palazzo popolare che sostituirà l’esistente, alle prese con problemi strutturali. Nuovo edificio, parcheggio e area verde.

Insomma, si spara e la cosa è grave, ma contestualizzata: «Penso sia chiaro – prosegue Volpi – che si tratti di un regolamento tra bande, legato a contesti e luoghi specifici, ma non possiamo e non dobbiamo sottovalutare quanto accaduto visto la tragedia del Natale 2013 costata la vita a due giovani. Ripeto, però, che gli episodi sono legati ad un contesto e non determinano un problema diffuso di ordine pubblico; stiamo comunque lavorando con le forze dell’ordine e siamo impegnati sul fronte sicurezza». Ed esemplifica: «Nelle zone in cui la percezione dell’insicurezza esiste, vogliamo esserci. In via Sottopoggiolo, dopo i furti ripetuti, i vigili hanno fatto alcuni sopralluoghi e a breve arriveranno ordinanze di sgombero per alcune aree».

Il concetto è chiaro: intensifichiamo i controlli, ma quanto accaduto è ristretto a luoghi, persone e situazione specifiche. Concetto ribadito anche dal procuratore capo Aldo Giubilaro: «Gli spari e gli episodi che si sono succeduti sono gravi e destano apprensione, ma senza dubbio la gravità sarebbe ben altra se ci trovassimo di fronte a forme di violenza indiscriminata, allora emergerebbe un problema di ordine pubblico e un pericolo diffuso per l’intera collettività». Insomma se si sparasse in zone diverse della città e se gli episodi non fossero collegati tra loro, si profilerebbe un quadro molto più preoccupante: «Se dovesse emergere, come è probabile, che il problema è limitato e ricollegabile a contesti, persone e dinamiche specifici, sarebbe meno preoccupante». Vale a dire: chi a quei contesti e a quelle dinamiche è esterno non deve sentirsi in pericolo.

Certo il procuratore, premesso che è «importante attribuire al fatto l’esatto contenuto», ci tiene a precisare che «l’episodio, soprattutto perché segue ad altri, è gravissimo e delicato, l’attenzione della magistratura è massima, le indagini proseguono a ritmo serrato (nessun’altra indiscrezione sull’inchiesta ndr) per arrivare ad una conclusione». Perchè a Massa tutti, anche ai Poggi, dormano sonno tranquilli

 

 

il tirreno