campo nomadi lavelloSei nuclei famigliari, per un totale di 42 persone di cui 23 minori: sono questi i numeri del campo nomadi del Lavello, secondo il monitoraggio effettuato dagli operatori del Settore Sociale. Gli addetti ai lavori parlano di un generale miglioramento dei livelli di integrazione dei residenti: 4 famiglie su 6 hanno un componente che lavora e presentano denuncia dei redditi, con tanto di compilazione dell’isee per accedere a eventuali sgravi. Migliorano anche le condizioni igienico sanitarie del campo, dove ormai tutte le abitazioni sono dotate di bagno, hanno l’acqua corrente in casa e pagano la bolletta a Gaia che non ha mai effettuato distacchi. Sul fronte della pulizia resta la zona grigia sulla via di accesso al campo, dove si sistemano le roulotte di passaggio, spesso in conflitto con le famiglie stanziali che ormai da 30 anni vivono stabilmente al Lavello. Ma se l’integrazione delle sei famiglie residenti al campo migliora col trascorrere del tempo, quello che non migliora è la scolarizzazione dei bambini che vi appartengono. Nonostante le iniziative e i progetti lanciati da municipio e associazioni, il problema dell’abbandono scolastico resta gravissimo.«All’età di circa 12-13anni anche se non hanno terminato le elementari, i minori abbandonano la scuola e non intraprendono nessuna attività formativa » si legge nel report compilato dai servizi sociali. E se la frequenza alle elementari è discreta, grazie anche all’impegno degli istituti di Avenza, che accolgono la maggior parte di questi bambini, le scuole medie restano solo un miraggio lontano all’orizzonte. L’abbandono scolastico dopo la V elementare è così frequente che lo scorso anno è naufragato un progetto regionale ad hoc, con tanto di ritiro dei 10 mila euro già stanziati dall’amministrazione toscana. Il risultato? I bambini del campo non completano il ciclo di studi obbligatorio e… si sposano presto, troppo presto. Lo scorso anno in riva al Lavello sono stati celebrati due matrimoni tra minori, cosa che ha spinto la Procura della Repubblica ad indagare per fare piena luce su questi episodi.