ospedale massa prontosoccorsoSig. Direttore

Vorrei raccontarle una storia umana e forse di mala sanità.

Si tratta di un mio amico che si chiama Modesto Angeli ed abita a Massa, il quale, a seguito del peggiorare dello stato di salute della madre, di anni 87 e cardiopatica, la sera del giorno 23 u.s., l’accompagnava presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Massa.

Il personale sanitario dopo avergli applicato un catetere che l’aiutasse ad urinare e ritenendo forse lo stato della donna di poca urgenza, ha deciso di dimetterla, invitandola a presentarsi l’indomani mattina (cioè dopo poche ore) per effettuare i successivi accertamenti del caso.

Considerando l’età anziana della donna, il suo stato fortemente indebolito e le sue difficoltà motorie che avrebbero reso più complicato il ritorno nella casa di Casette, zona montana e raggiungibile solo a piedi, il mio amico Modesto aveva invitato il dottore a rivalutare l’opportunità di un ricovero.

Il medico di turno respingendo la richiesta e rassicurando la famiglia che non vi fossero i presupposti né le gravità per un ricovero, decide di dimettere l’anziana donna anche a seguito di una proposta di un’assistenza privata ed a pagamento da parte del figlio.

Il mio amico e sua madre, con tutte le difficoltà del caso raggiungono l’abitazione.

Senza voler entrare nel merito del comportamento del dottore in quanto ad ognuno lascio la libera e legittima possibilità di giudizio, mi è parso evidente un mancato senso di sensibilità umana da parte dello staff sanitario che, malgrado le numerose difficoltà della donna e le dovute sollecitazioni del figlio, ha deciso di non trattenere la donna sofferente per ulteriori esami.

Quella donna a casa è morta, signor Direttore, lasciando la sua vita e i suoi cari e non posso fare a meno di chiedermi perchè…………..perchè non sia stata trattenuta? Forse per risparmiare e contenere la spesa pubblica? A causa della Spending review? Perchè è stata rifiutata anche la proposta di un ricovero a pagamento?

La risposta non la ho e non la conosco, l’unico dato certo è che quella donna oggi non vive più tra noi.

A Modesto e ai familiari, tutti, un caro abbraccio per la grave perdita e al medico e a tutti i medici che ogni giorno salvano vite e che di bravi ce ne sono tanti, chiediamo maggior attenzione e sensibilità nei riguardi dei pazienti che raggiungono il luogo di cura. Chiediamo un’attenzione maggiore anche alle paure e ai disagi dei familiari che spaventati ed impauriti spesso si recano disorientati al primo soccorso chiedendo aiuto per i propri cari sofferenti.

Massa, 25 dicembre 2014

Pino Serpi amico di Modesto Angeli