Massa in trincea é il titolo dell’ultima fatica letteraria di Franco Frediani. Il volume vuol essere un modesto contributo alle celebrazioni del centenario dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale, una tragedia che sconvolse il mondo, seminando distruzioni e ridisegnandone i confini al prezzo di un numero enorme di vite umane : 654.000 i soli militari italiani morti ai quali sono da aggiungere 60.000 prigionieri che non tornarono e di cui non si seppe più nulla. Inoltre, nel bilancio finale, 451.645 furono gli invalidi e i mutilati e 240.000 tra condannati a morte, all’ergastolo, al carcere per diserzione, rivolta o disubbidienza. Massa ne sacrificò oltre cinquecento e nella prefazione l’autore si interroga sul perchè di tutte queste perdite : un’intera generazione mandata a combattere per l’arroganza di pochi, al servizio di pochi, in nome di un ideale, la Patria, a cui quei poveri ragazzi credettero. Solo più tardi, troppo tardi, chi di loro si salvò realizzò amaramente essere stato vittima di un grande imbroglio, un vero e proprio tradimento perpetrato a loro danno da una classe politica inetta, da settori del mondo industriale e finanziario e dalle ambizioni personali delle alte gerarchie militari. Il volume ripercorre gli anni terribili del conflitto, vissuti nella nostra piccola comunità, attraverso le cronache della stampa locale e alcune lettere dal fronte, si che il lettore è partecipe di quelle vicende : dall’esaltazione iniziale, alle successive preoccupazioni sino alle tristi commemorazioni dei morti. Dunque, un omaggio ai caduti, di alcuni dei quali ne viene tracciato un profilo, ma anche a coloro che, più fortunati, portarono a casa la pelle. E’ il caso di Pietro Perfetti, Gino Cappelletti, PaoloLorenzo Paladini, Romolo Baldi, Ubaldo Bellugi e molti altri.
Non poteva mancare la menzione dei numerosi atti di eroismo per i quali i vari Chiappe, Paladini, Biglioli, Giorgieri, Tonarelli ed altri, furono insigniti di medaglie al valore. Infine, una parte importante del volume è dedicata ad una serie di fotografie, oltre 100 scatti in zona di guerra, selezionati su oltre 500, opera del Tenente medico Bernardo Papini, il giovane figlio del dott. Lazzaro, che compì gli studi a Massa e a lungo vi risiedette prima di trasferirsi a Seravezza a dirigere l’Ospedale Campana (oggi Casa della salute). Il volume è in vendita nelle librerie cittadine.