spiaggiaLa giunta punta gli occhi sulle concessioni e sui balneari. Impossibile aumentare i canoni perché a gestire i beni demaniali è lo Stato, possibile invece metter mano a tutte le pratiche che ai titolari di stabilimenti tocca fare per ottenere autorizzazioni, rinnovi, variazioni della concessione. Per quelle pratiche, le fatidiche spese di istruttoria ci sono sempre state, adesso però i balneari fanno i conti con un bel salasso: importi anche quadruplicati e aumenti che, in alcuni casi, raggiungono il 280%. Un’operazione che, nelle previsioni, dovrebbe portare 100mila euro nelle casse del Comune. Se hai uno stabilimento con i fiocchi, con tanto di piscina, e se in vasca vuoi acqua salata, devi pagare perché. L’anno scorso dovevi sfilarti dal portafoglio 260 euro, adesso ne servono 800. Se decidi che a gestire l’intero bagno da solo non ce la fai e proponi ad un socio di prendere in mano il bar o il ristorante,paghi. Fino al 2013 bastavano 260 euro, adesso il Comune ne chiede il quadruplo: mille tondi toni. L’aumento è del 280%.Spendi di più anche se hai bisogno di mettere un’ ipoteca sullo stabilimento. Si pagano 850 per prorogare la concessione. Il Comune dà un’occhiata anche alla gestione del tratto di arenile di cui è concessionario e che ha affidato a terzi. Chi gestisce, sulla concessione comunale, una spiaggia attrezzata, versa 21,60 euro a metro quadrato. Cifra che adesso dovranno pagare (modulata sulla percentuale di superficie occupata) anche i gestori delle spiagge semi-attrezzate (70% libere, 30% con ombrelloni) che fino allo scorso anno versavano da 500 ai 1500 euro annui. Un cambiamento questo che garantirà un entrata di 50mila euro.
Giovanni Rutili, assessore alle fiananze, ci tiene a sottolineare che «non c’è la volontà di salassare. Vogliamo però far capire che chi usa i beni della collettività, in momenti di difficoltà come questi, è chiamato a dare un contributo maggiore. Un principio questo – continua Rutili – che vogliamo perseguire in piena serenità».

 

Il Tirreno