Il cocktail di droghe sintetiche gli ha causato un infarto e lo ha ucciso dopo una lunga agonia, nonostante il tentativo di rianimarlo del suo compagno prima e del medico del 118 dopo. Riccardo Bellandi aveva soltanto 44 anni. Doveva essere una nottata di divertimento per i due uomini protagonisti di questa tragedia, avvenuta all’alba in una casa di una frazione di Montignoso, ma qualcosa è andato storto e uno dei due – quello più giovane – ha perso la vita. L’altro invece dopo essere stato lungamente interrogato negli uffici della squadra mobile si trova denunciato a piede libero con l’accusa di «morte come conseguenza di altro delitto» (articolo 586). Ovvero la cessione dello stupefacente.
Più un atto dovuto quello del magistrato che conduce l’inchiesta, Vito Bertoni. Soprattutto perché l’indagato, un cinquantenne montignosino, è il proprietario della casa dove è avvenuto il decesso: siccome all’interno dell’appartamento è stato trovato un discreto quantitativo di popper e speed, il sospetto è che sia stato il cocktail di quelle sostanze chimiche a provocare l’infarto che ha tolto la vita a Bellandi, originario della provincia apuana ma residente in Valsugana, dove era attore e regista della compagnia teatrale AriaTeatro.
I due uomini l’altra sera avevano deciso di rendere un po’ più trasgressivo il loro incontro. Così – ha spiegato il cinquantenne – avevano acquistato un po’ di droga. Hanno iniziato a consumarla insieme a qualche birra dopo cena e poi sono andati in camera da letto. Hanno parlato per un po’ e poi si sono addormentati. Nel cuore della notte però Riccardo ha cominciato a stare male. Non riusciva a respirare bene, il compagno ha cercato di tranquillizzarlo e sembrava essersi ripreso. La coppia ha spento la luce, ma dopo neppure mezz’ora il cinquantenne è stato svegliato da un rantolo. Bellandi era cianotico. In preda alla disperazione ha chiamato il 118 e nel frattempo gli ha praticato la respirazione bocca a bocca. Ma l’amico peggiorava. Quelli dell’ambulanza con a bordo il medico quando sono arrivati sul posto non hanno potuto fare nulla: soltanto constatare il decesso. E avvertire la polizia. La prima pattuglia è intervenuta intorno alle sette del mattino. Agli agenti è bastata un’occhiata per decidere di avvisare la scientifica: nella stanza c’erano evidenti tracce di stupefacenti e in più c’erano alcuni segni sul corpo della vittima che poteva valutare soltanto un medico legale. Anche il magistrato di turno, Bertoni, è andato di persona a osservare quella che poteva essere la scena di un delitto. Scrupolo.
Gli inquirenti hanno raccolto parecchio materiale nell’appartamento e soprattutto hanno sentito il cinquantenne. Lui ha ammesso di aver consumato droga insieme al compagno, così è stato portato all’ospedale per fare gli esami del sangue. Infine è stato trasferito negli uffici della mobile e interrogato. Sarà l’autopsia che stabilirà quali sono le cause del decesso dell’amico. Il magistrato ha incaricato la dottoressa Susanna Gamba. L’esame oggi al Versilia.
Il Tirreno