baccioli giuseppe pres ass ind msInvece delle solite affermazioni sull’importanza del settore lapideo, voglio iniziare in questo modo: “nelle Alpi Apuane l’economia del turismo deve essere più forte”. Obbiettivo condiviso da tutti, soprattutto da coloro che ritengono possa essere raggiunto solo con la completa scomparsa dell’attività produttiva che ha caratterizzato da millenni questo comprensorio, quella del marmo. L’errore,  a mio avviso, risiede proprio qui: il turismo può e deve crescere, ma non su un corpo morto. Il valore aggiunto di notorietà e riconoscibilità per un più  affermato sistema turistico è dato solo dalla realtà “viva” del binomio cave-marmo. Se qualcuno pensa di sviluppare il turismo al posto dell’attività estrattiva, non otterrà più turismo ma  avrà semplicemente concorso a far sparire il principale aggregato economico occupazionale della zona.

Il settore lapideo del comprensorio apuo-versiliese da tempo è oggetto di critiche  intrise di luoghi comuni e scarsa conoscenza.  Sia a livello locale che regionale si sta predisponendo  un pacchetto di interventi normativi, spesso non armonizzati  tra loro, che rischiano di inferire un colpo letale al settore. L’ultimo esempio è costituito dalle conseguenze che sembrano discendere dal nuovo Piano paesaggistico regionale.

Penso che si stia affermando progressivamente una interpretazione a senso unico del concetto di sviluppo sostenibile;  noi operatori del settore  non dimentichiamo mai che una componente essenziale è rappresentata dalla “sostenibilità ambientale”, ma vorremmo non fosse dimenticato da altri che questa si deve conciliare con la “sostenibilità economica” come capacità di generare reddito e lavoro per migliaia di persone che abitano nel nostro territorio.

La varietà dei materiali lapidei offerti dal complesso delle montagne apuane, rispetto a tutti gli altri bacini marmiferi sostanzialmente “monoprodotto”,  costituisce uno dei  nostri valori distintivi: qualsiasi azione che tenda a ridurre questa varietà di offerta qualitativa e, con questa, del saper fare umano maturato nel corso del tempo nella lavorazione dei vari marmi, mina la sostenibilità di tutto un complesso sistema economico sociale.

Non è più il tempo di ironizzare sui numeri del settore che ne ricostruiscono la consistenza in termini di occupazione diretta e dell’indotto. Invece di criticare le certezze disquisendo disinvoltamente di improbabili alternative di sviluppo si dovrebbe fare tutti uno sforzo maggiore dedicando più attenzione a questo settore e sentire la responsabilità di un più attento presidio alle sue sorti.

Giuseppe Baccioli

Presidente Associazione Industriali Massa Carrara