Più che un rischio ormai pare quasi una certezza: il decreto sul riordino delle Province quasi certamente salterà. Oggi l’aula del Senato voterà una pregiudiziale di costituzionalità avanzata dal Pdl. Se passerà, il decreto cadrà automaticamente. E questo si porterebbe dietro un effetto paradossale: le Province perderebbero tutti i loro compiti e le loro funzioni. Può darsi che il governo inserisca nel Ddl stabilità le norme che consentono una proroga, salvando le funzioni delle Province, che nel frattempo sarebbero rimaste le stesse di prima.
“Insomma siamo a rischio caos. Una revisione nata sulla scia della spending review, mai accettata dai territori e priva di uno sguardo più ampio da vera riforma istituzionale finisce nel peggiore dei modi – è il commento di Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana e membro di presidenza del Consiglio delle autonomia locali (Cal) della Toscana – Oggi ci troviamo di fronte a due tipi di problemi. Il primo, appena accennato, di un caos istituzionale e del fallimento complessivo del taglio delle Province. Il secondo, con il quale sicuramente si troveranno a fare i conti gli amministratori provinciali, è il taglio già previsto di risorse per il 2013, che prescinde dalla legge sulla revisione”.
La gestione di scuole, trasporti, strade e rifiuti – le competenze principali delle Province – sono dunque a forte rischio. “Il decreto Salva Italia, infatti – prosegue Giurlani -, fissa al 31 dicembre di quest’anno la data entro la quale Stato e Regioni devono trasferire ai Comuni funzioni proprie delle Province. Così il risultato finale è quello di avere le stesse Province ma prive di funzioni. Una norma stralcio, alla fine, probabilmente sanerà questa situazione, come già affermano diversi presidenti di Provincia. Ma resta il pasticcio. E resta sicuramente – conclude Giurlani – il problema delle risorse a causa dei tagli pesantissimi effettuati dal Governo. Per il prossimo governo sarà sicuramente una grana in più”.