10 milioni di euro di danni ed almeno un centinaio di imprese agricole danneggiate dagli allagamenti e dalle forti piogge dello scorso weekend. E’ il bollettino, ancora una volta pesantissimo per l’agricoltura della Provincia di Massa Carrara, di Coldiretti (info su www.massacarrara.coldiretti.it) che sta seguendo e monitorando le fasi di emergenza ed i soccorsi già dalleprime ore di domenica mattina. I danni più gravi tra i filari delle colline del Candia ferite da centinaia tra frane e smottamenti, di piccoli e di grandi dimensioni, che hanno portato via ettari ed ettari di vigneti. Tra i filari sono cadute in 24 ore 277 millimetri di pioggia, 180 millimetri dalle 24 alle 3 tra la notte di sabato e domenica. Il versante più colpito è quello di Massa che dal 2010 sta vivendo un vero e proprio incubo a causa della ciclica frequenza dei cedimenti di terreno con cui le aziende agricole e le famiglie residenti devono fare i conti. L’intensità della pioggia unita alla fragilità dei terreni hanno azionato una serie di “torrenti” violentissimi che hanno trascinato a valle tonnellate e tonnellate di detriti e fango. In Via San Lorenzo, Via dell’Uva che risulta in parte impraticabile, Via Gabbiano, Via Scurtarola, Via Giovello le situazioni più critiche. “Questa è la terribile dimostrazione che un problema non si risolve a colpi di ordinanza. Oggi è inutile dire che lo avevamo detto. E’ successo e succederà ancora – commenta Vincenzo Tongiani, Presidente Provinciale Coldiretti riferendosi alle centinaia di ordinanze comunali che obbligano imprese e cittadini proprietari di terreniinteressati da frane e smottamenti alla messa in sicurezza a loro spese – i nostri amministratori devono partire dal presupposto che eventi come questo, violenti, eccezionali, lo diventeranno sempre meno e se il territorio è fragile, così come lo è oggi, gli effetti saranno sempre più devastanti. Non nascondiamoci dietro ad un dito. Occorre un governo del territorio più attento – spiega – basta parlare di piano strutturale e di volumetrie; parliamo di più di sicurezza del territorio e manutenzione perché di questo passo ne rimarrà poco. Il nostro comprensorio è fragile. Terribilmente fragile. Tutti sapevano, tutti lo sanno”. Tongiani chiede lo sblocco immediato dei 480 mila euro già stanziati dalla Regione Toscana relativi all’alluvione del 2010: “Ora servono più di prima quei fondi – commenta – ma ne serviranno anche tanti altri per ripristinare e mettere in sicurezza il Candia”.
Cantine ko. Non ci sarà un’annata 2012 per l’Aurora di Francesco. Sugli sfallali troveremo solo etichette fino al 2011. La azienda di Pietro Mosti, in Via SanLorenzo, è stata travolta da un fiume in piena. La violenza dell’acqua ed il fango hanno sfondato le porte della cantina che si trova al piano inferiore e sono entrati all’interno dei locali dove erano custoditi le botti Doc ed una parte delle produzioni degli anni precedenti. Ora è tutto da buttare. Anche una parte dei vigneti è stata interessata dalle frane. Il danno, secondo una prima stima, supera i 200 mila euro. L’Aurora è in ginocchio. “Abbiamo perso completamente la raccolta del 2012 – racconta il titolare – e il 50% delle vecchie annate. Ripartire ora sarà davvero dura”. Compromessi anche gli impianti acquistati alla vigilia di questa annata costati decine di migliaia di euro. Problemi anche nella zona di Fucchia, sul versante lato Foce. Danneggiamenti strutturali e ai terrazzamenti hanno interessato praticamente tutte le aziende iscritte al Consorzio di Tutela del Candia dei Colli Apuani Doc che invita le aziende a documentare con foto e video i danneggiamenti subiti così da attivare le apposite procedure ed arrivare ad una stima attendibile dei danni sostenuti.
La costa. I settori più colpiti, insieme al vitivinicolo, sono l’orticoltura, il florovivaismo e la zootecnia che rappresentano l’ossatura del comparto primario a livello provinciale. Decine di migliaia di piante, in particolare Stelle di Natale, Pansè, Primule sono state ricoperte da decine di centimetri di pioggia. Le situazioni più critiche nella zona di Via Romana e a Cinquale dove sono presenti diverse aziende specializzate nella produzione di fiori. In Via Romana si trova l’azienda Gigliola Magnani di Riccardo Fruzzetti. In questo momento aveva 20 mila poinsettie (le stelle di Natale) pronte per il mercato natalizio: “E’ da ieri sera che non andiamo a letto. Stiamo togliendo l’acqua con i secchi e le pompe – racconta – ora speriamo di essere riusciti a salvare almeno una parte delle stelle”. Migliaia sono le piante a rischio nelle serre dell’azienda agricola Piera Della Bona che si trova sul lato sinistro del Fescione. “Per fortuna non è stata l’acqua del Fescione ad entrare nelle serre o sarebbe stato probabilmente un disastro – commenta Della Bona”. In Via dei Loghi l’azienda agricola Bertoneri ha rivisto un film già visto: quello del 2010. Anche allora le serre erano finite sotto 50 centimetri di pioggia. A Battilana l’esondazione del torrente Parmignola non ha risparmiato il caseificio di Nicoletta Menconi in Via Pontremoli. La stalla dove vivono 5 mucche da latte è rimasta completamente allagata per 24 ore come gli ambienti del caseificio. Per almeno una settimana la produzione di formaggio destinato alla vendita diretta non potrà essere ripristinata. “Mai vista una situazione simile – racconta Nicoletta – non è mai arrivata a questi livelli l’acqua. Ci hanno abbandonato. La macchina dei soccorsi non ha funzionato”. Il monitoraggio è ancora in corso nella zona della Lunigiana.