Il Consiglio regionale ha approvato, con voto unanime, la proposta di legge che modifica la legge regionale 28 (il cosiddetto Codice del commercio) e la legge 1 (quella sul governo del territorio). Sono recepiti, così, i principi previsti dall’articolo 41 della Costituzione, le direttive europee e le misure relative alle liberalizzazioni e alla concorrenza previste nei decreti legislativi del governo Monti sulla crescita e la competitività. Approvata all’unanimità anche una proposta di risoluzione che impegna la Giunta a valorizzare l’esperienza dei Centri commerciali naturali; a informare il Consiglio circa l’attuale situazione delle grandi strutture di vendita, sui procedimenti in essere per la realizzazione di nuove strutture e sulle prospettive future; a informare il Consiglio sullo stato di attuazione degli Sportelli unificati delle attività produttive (Suap) e su eventuali problemi emersi in questi mesi; ad approvare tempestivamente le modifiche alla legge regionale 1 sull’urbanistica e il paesaggio per la parte riguardante la programmazione commerciale.
Ad illustrare l’atto in aula è stata la presidente della commissione Sviluppo economico, Caterina Bini (Pd). “Nel corso dell’esame della normativa”, ha spiegato la presidente, “abbiamo deciso di stralciare le parti non strettamente urgenti e che avevano sollevato un acceso dibattito in modo tale da rispettare la scadenza del 30 settembre, termine ultimo per il recepimento dei decreti legislativi del Governo. Proprio in quest’ottica, la legge recepisce anche alcune misure del regolamento regionale, che sarebbe decaduto con l’entrata in vigore della nuova normativa”. La presidente ha ricordato che, assumendo le osservazioni arrivate dalla commissione Ambiente e territorio, la commissione Sviluppo economico ha deciso di non rivedere le norme che definivano le dimensioni delle strutture commerciali di medie dimensioni. Pertanto queste restano fissate in 1.500 metri quadrati, se insediate in Comuni fino a 10 mila abitanti; mentre, per le strutture nei Comuni con popolazione superiore a 10 mila abitanti e inserite nelle aree commerciali metropolitane Firenze-Pistoia-Prato e Livorno-Pisa il limite resta a 2.500 metri quadrati.
Sempre in accordo con le osservazioni della commissione Ambiente e territorio, per le strutture con una superficie di vendita maggiore di cinquemila metri quadrati, il rilascio dell’autorizzazione da parte della conferenza di servizi è subordinato al parere favorevole del rappresentante della Regione. “Il veto della Regione”, ha spiegato Caterina Bini, “è stato invece eliminato per le conferenze dei servizi che riguardano insediamenti commerciali inferiori ai 5 mila metri quadrati”.
Secondo la nuova normativa, “non costituisce superficie di vendita, anche se accessibile alla clientela, l’area scoperta, purché adiacente all’esercizio commerciale e di dimensioni non superiori al 20%” della superficie di vendita stessa. Altra novità, riguarda i nuovi impianti di erogazione di carburanti, che dovranno erogare benzina e gasolio e almeno un prodotto a scelta tra metano, Gpl o relative miscele a meno che non esistano “ostacoli tecnici o oneri economici e eccessivi e non proporzionali alla finalità dell’obbligo” previste da normative e regolamenti specifici.
Relativamente alla conferenza dei servizi il gruppo Pd ha presentato un emendamento, poi approvato, che ridefinisce le aree sovracomunali previste dall’allegato A della legge. Le aree sono state definite per omogeneità territoriale e non per omogeneità paesaggistica così come indicato in una prima stesura.
Respinti, invece, tra gli altri, gli emendamenti dell’Udc e del Pdl che chiedevano di cancellare l’obbligo, per la grande distribuzione, di procedere alla contrattazione di secondo livello per determinare riconoscimenti economici aggiuntivi in occasione del lavoro festivo. Respinti anche una serie di emendamenti presentati dal gruppo Misto relativi alle superifici di vendita della media distribuzione e delle attività commerciali temporanee.