Che i mercatini dell’usato stessero spuntando come funghi sul territorio nazionale, questa era già cosa nota, ma che ci fosse già nell’immediato un’evoluzione, o meglio una settorizzazione dei vari tipi di esercizi commerciali specializzati nella vendita di prodotti già utilizzati, questa è una novità per l’Italia.

Per le neomamme e per i loro bambini, in moltissimi centri del nostro Paese nascono, infatti, come conseguenza della crisi che colpisce le famiglie italiane sempre più impietosamente, dei baby bazar, dove è possibile trovare di tutto proprio di tutto: dall’abbigliamento, alle cullette, ai giocattoli e ai passeggini sino ad ogni tipo di attrezzature e articoli per la puericultura.

Se è positiva l’idea del riciclo e del riuso per combattere un capitalismo ormai moribondo per trasformarlo in uno stile di vita senz’altro migliore, il fattore determinante che induce a muovere le famiglie ad acquistare e a vendere in questi baby shop è senz’alcuna ombra di dubbio la carenza di liquidità e l’indebitamento, perché se in passato la moda del corredino tutto nuovo e personalizzato era quasi uno status symbol delle famiglie italiane, così come l’acquisto di giocattoli di ogni tipo, le tasche vuote stanno facendo cambiare le abitudini nei nostri acquisti.