La soppressione delle Province rischia di avere ripercussioni sulle politiche economiche e del lavoro, e segnatamente sui centri per l’impiego. Di qui l’invito alla Giunta regionale per attivarsi con Governo e Parlamento, perché siano tenuti presenti questi aspetti “all’interno del processo di riorganizzazione della struttura amministrativa dello Stato”. E’ quanto prevede una mozione approvata dal consiglio e presentata dai componenti della commissione emergenza occupazionale (primo firmatario Paolo Marini, FdS-Verdi; seguito da Marina Staccioli, vicepresidente, gruppo Misto). Si è astenuto il consigliere dell’Idv Rudi Russo, che aveva invitato i proponenti a rinviare la mozione in commissione per “prospettare un’idea da farne poi oggetto della mozione”. Gli ha risposto Paolo Marini, precisando che “la mozione è già un punto di mediazione”, che “non vuole entrare nel merito”, ma prospettare un problema che si creerebbe in Toscana se, contestualmente alla cancellazione delle Province, non si prendessero appositi provvedimenti.
Il testo prende atto della prevista costituzione di “enti di secondo livello” (così nelle “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici”: Dl 6 dicembre 2011). Vengono quindi in considerazione le attuali crisi economiche sul territorio toscano, nella soluzione delle quali “gli enti territoriali sono chiamati a dare il loro fattivo contributo”. “La soppressione delle Province – recita il testo – determinerebbe un vuoto amministrativo e politico nella gestione delle crisi aziendali e di conseguenza tutte le vertenze ricadrebbero nelle competenze della Regione, che resterebbe l’unico ente territoriale in grado di svolgere un ruolo attivo nella gestione delle vertenze stesse”. Ma bisogna essere consapevoli che “le risorse della Regione da sole non possono essere sufficienti per garantire il rilancio dello sviluppo regionale a fronte di una crisi che attraversa l’economia mondiale”.