Tagliare 55 posti di lavoro con le buone o con le cattive: si può sintetizzare così la linea che hanno seguito oggi i vertici dei Nuovi Cantieri Apuania nel corso dell’incontro con i sindacati sull’avvio delle procedure per la messa in mobilità di una parte dei dipendenti. Che l’azienda fosse intenzionata ad alleggerire l’organico lo si sapeva da tempo, almeno dalla firma del protocollo d’intesa con il governo, nel quale era stato inserito un passaggio che prevedeva appunto uno sfoltimento del numero dei dipendenti di Nca. Per tutto questo tempo la speranza dei sindacati era stata quella di convincere i dirigenti a individuare gli esuberi esclusivamente su base volontaria, facendo leva anche sugli incentivi all’uscita. Una speranza che si è infranta oggi quando, a 24 ore dalla formalizzazione dell’apertura dell’iter della mobilità, Nca ha manifestato le sue intenzioni: o di qui a 75 giorni arriveranno almeno 40 adesioni volontarie alla mobilità oppure sarà l’azienda a selezionare, secondo i criteri di legge, 55 dipendenti da lasciare a casa. Una posizione rigettata in modo univoco da sindacati e rsu, presenti all’incontro. “Non siamo disponibili a segurie l’azienda in questo percorso , noi non firmiamo il licenziamento di 55 persone”, ha detto con fermezza Alessio Castelli, segretario provinciale di Fiom Cgil, puntando il dito contro il protocollo d’intesa con il governo che, a suo parere, gettava di fatto le premesse per questa situazione. “Abbiamo fatto bene a non firmarlo, quell’accordo nascondeva i licenziamenti che ci propongono oggi”, aggiunge il numero uno della Fiom Apuana. Altrettanto dura la condanna degli altri due principali sindacati dei metalmeccanici, che pure quel protocollo l’avevano firmato. “Ci aspettavamo si fermassero alla mobilità volontaria – ammette Marco Battistini di Fim Cisl, spiegando che le posizioni tra azienda e sindacati sono inconciliabili. “Nel protocollo non c’erano numeri e non era previsto che si procedesse al taglio forzato di posti di lavoro”, aggiunge Battistini. “Non siamo d’accordo con il metodo scelto da Nca”, spiega Giancarlo Leorin, segretario di Uilm Uil, precisando che “se l’azienda avesse presentato un piano industriale sul rilancio del cantiere per giustificare in qualche modo i tagli ai posti di lavoro ne avremmo anche potuto discutere. Ma non è così – aggiunge Leorin – Qui si vuole licenziare solo per questioni di bilancio”. L’incontro di oggi si è chiuso quindi con una rottura insanabile e con la richiesta, da parte dei sindacati dell’apertura di un tavolo istituzionale alla presenza dei rappresentanti di comuni e province. Un appuntamento che si preannuncia già carico di tensione, non solo per il malumore che si è diffuso tra i dipendenti immediatamente dopo il faccia a faccia con l’azienda, ma anche perchè, erano state proprio le istituzioni locali a spinfgere per la firma del protocollo con il governo, che sanciva – nero su bianco – la necessità di sfoltire l’organico di nca