Mentre il sindaco Angelo Zubbani accusa il presidente di Assindustria Alessandro Caro di irresponsabilità sociale ed Sos Carrara si scaglia a sua volta contro gli industriali, rei di confondere gli sconti fatti fin qui fatto dalle amministrazioni comunali con una propria falsa generosità, Legambiente e Futuro e Libertà soffiano ulteriormente sul fuoco. Partendo dalla bontà dell’ormai noto regolamento del 1995 a firma Emilia Fazzi-Contigli, Fli, sottolinea nuovamente quanto la cancellazione della temporaneità delle concessioni abbia eliminato con un colpo di spugna ogni possibilità democratica nella gestione degli agri, ma non solo questo: più di un aspetto non tornerebbe nell’attuale politica amministrativa, dal valore venale del marmo ai canoni di concessione delle cave.  E, secondo Guido Palmerio di Fli, irregolarità si anniderebbero anche nelle modalità di applicazione delle tariffe. Ma le stesse modalità tariffarie, secondo Legambiente, oltre che irregolari, sarebbero già alla base inique: chi possiede materiale mediocre o scadente, si troverebbe a pagare di più, in proporzione, rispetto a chi cava marmo di prima qualità. Oltre al fatto che, decidendo di mettere all’asta le concessioni, come sarebbe previsto, il Comune potrebbe incassare cifre ancora maggiori, così Giuseppe Sansoni da Legambiente fa i calcoli delle perdite subite negli ultimi 15 anni: 300 milioni di euro.