<<Massa è un’isola felice rispetto alle altre realtà carcerarie, per l’umanità, il calore e l’accoglienza che abbiamo trovato tra queste mura>>. Con queste parole si è espresso un detenuto della casa circondariale di Massa, presente – assieme ad una decina di reclusi – al convegno organizzato dal coordinamento gruppi di volontariato a Palazzo Ducale di Massa. L’incontro ha rappresentato un momento di riflessione sulla realtà carceraria e sull’importanza di costruire un ponte che integri il carcere con il territorio, dove anche la società civile è chiamata a dare il suo contributo. Per questo sono state coinvolte le classi quarte delle scuole superiori, oltre ai relatori: Alessandra Beccaro, direttore del carcere di Massa, il Vescovo Mons. Giovanni Santucci, il presidente del coordinamento gruppi di volontariato, Angelo Gatti, gli assessori alle politiche sociali del comune e della provincia, Gabriella Gabrielli e Domenico Ceccotti, il magistrato di sorveglianza Michela Mencattini. Il penitenziario di Massa continua a soffrire del sovraffollamento dei detenuti: la struttura ne accoglie 260 a dispetto dei 150 stabiliti per legge. Non solo, un altro spinoso problema riguarda una sezione che rimane chiusa da tempo, a causa del personale non sufficiente. L’età media dei detenuti è di 40 anni; un centinaio circa sono gli stranieri ed è presente anche un gruppo di ergastolani. Alessandra Beccaro, direttrice da novembre 2010 del carcere di Massa, ha detto di seguire nel suo lavoro <<le linee guida della Costituzione, che prevedono la rieducazione del condannato e il suo reinserimento nella società civile>> e ha ribadito il concetto che <<il tempo in carcere va usato per compiere una revisione critica dei comportamenti e valutare come cambiare in vista della libertà>>. E’ stato molto apprezzato l’intervento di un condannato che ha parlato della rieducazione all’interno delle mura carcerarie, fatta di scuola, libri e sport per poter, un domani,  <<essere di nuovo considerati delle persone>>. Il Magistrato Mencattini, ha sottolineato i risultati positivi ottenuti in questi dieci anni e ha chiesto alla provincia un sostegno economico per creare sbocchi lavorativi e occupazionali e poter così prevenire la reiterazione dei reati>>. L’assessore Ceccotti, a chiusura dei lavori, ha ricordato che <<c’è bisogno di una rivoluzione culturale>>.