Tenendo conto dei tagli dei trasferimenti del governo agli enti locali, questo era il miglior bilancio che potessimo mettere a punto: è questa la premessa da cui è partito l’assessore alle finanze del comune di Carrara Giuseppina Andreazzoli per presentare, ieri sera in consiglio, il consuntivo 2010 dell’amministrazione di piazza due giugno.  La riduzione dei finanziamenti da Roma, sommata all’ingente investimento sulla strada dei marmi – ha spiegato la Andreazzoli, hanno ridotto ai minimi termini lo spazio di manovra del municipio, tanto che l’assessore ha dichiarato di aver operato “con le mani legate”. Insomma – dicono dall’amministrazione – aver chiuso i conti del 2010 con un avanzo di oltre 2,7 milioni di euro è già di per sé un successo anche perché, precisa ancora l’assessore Andreazzoli, la situazione è destinata complicarsi, visto che il governo ha intenzione di ridurre ulteriormente i trasferimenti agli enti locali. Tutta colpa della politica economica nazionale quindi? Secondo l’opposizione carrarese le cose non stanno proprio così: come ha spiegato nel suo intervento il capogruppo del Pdl Lanmarco Laquidara, i problemi del bilancio 2010 sono tutti imputabili alle scelte di Zubbani e compagni. Dall’aumento della tarsu all’introduzione della tassa di soggiorno, dall’eccessiva dipendenza dal gettito del lapideo alla mancanza di investimenti sul territorio, gli elementi contestati dai banchi dell’opposizione fanno espressamente riferimento alle scelte politiche dell’amministrazione, che Laquidara ha definito “povera di idee” e “incapace di decidere per il futuro”.  Problemi a cui vanno aggiunti quelli derivanti dalle partecipate, con Cermec, lex CAT, GAIA in testa,  società che il capogruppo del Pdl ha definito “pozzi a perdere, gestiti in modo inqualificabile e che costano ai cittadini cifre folli”. La seduta, caratterizzata dalle numerose assenze, si è chiusa quindi con il voto contrario non solo del Pdl ma di tutta l’opposizione: compatta a sostegno dell’amministrazione si è schierata invece la maggioranza.