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Dal 2004 Simonetta Giacomelli ha lavorato all’Accademia di Belle Arti di Carrara come ex collaboratore scolastico, ma nel giugno 2010, col nuovo presidente Simone Caffaz non si è più vista rinnovare il contratto di lavoro a termine perché basato su una graduatoria di vecchia data. Simonetta è una precaria ATA di 43 anni con due figli a carico da mantenere e i genitori disabili. Fece il primo bando a tempo determinato nel 2004 e da allora il contratto le è stato rinnovato 20 volte. Nel 2010, invece, cambia tutto; il presidente Caffaz decide di procedere con un nuovo bando ed una nuova graduatoria per una unità di coadiutore supplenza breve per 5 mesi. E qua Simonetta Giacomelli resta fuori; lavorano solo i primi 3 della lista, di cui, uno, pare sarà assunto a tempo indeterminato. A lei non viene riconosciuto alcun punteggio extra, “è come se non avessi mai lavorati in Accademia”, ci dice affranta. Mentre se dovesse fare un concorso per un’altra scuola statale i crediti risulterebbero. Strano l’iter con cui viene stilata la graduatoria, ma la scuola ha uno Statuto a sé: l’Accademia prende una serie di nominativi in Provveditorato, li fornisce al centro per l’impiego che poi procede col bando. E in tutto questo, la donna, precaria, ha lavorato consecutivamente ed in base all’Agenzia del Lavoro, se si viene riassunti con contratto a termine immediatamente dopo la scadenza del primo contratto, il rapporto di lavoro si considera a tempo indeterminato.

 Dovranno passare 270 giorni, intanto la donna a giugno parteciperà al nuovo bando dell’Accademia e andrà avanti con la pensione del padre.