Il suo nome è ZERO, un cubo con un lato di 5 metri, rivestito con marmi bianchi, con finiture differenti, realizzato a Carrara su progetto di Joshua Teas, senior architect del prestigioso studio svedese Snøhetta. Una casa di primissima scelta per il magazine americano Fastcompany, merito di un design che unirebbe all’estetica il sociale, riuscendo a sfumare i confini esistenti tra architettura e paesaggio. E proprio secondo Snøhetta il marmo affascinerebbe gli architetti. Così, nello storico giardino seicentesco dell’Università di Milano è ormai alle battute finali l’allestimento di “Zero”, istallazione realizzata da CarraraFiere per Marmotec 2012 in collaborazione con 8 fra le più importanti aziende che operano nel settore del marmo fra Carrara e Versilia. Il cubo, con i suoi 160 metri quadrati di marmi e le sue 30 tonnellate di basamento sarà esposto dall’11 al 17 aprile in occasione della settimana milanese del Design. Con la sua imponenza, non solo reggerà il confronto ma avrà il compito di rilanciare l’immagine e la contemporaneità del marmo rispetto ad altri lavori firmati dai nomi più autorevoli dell’architettura e del design contemporanei che si sono cimentati su un tema affascinante e ineludibile: la sostenibilità, ormai obbligatoria per ogni progetto. Il cubo, aperto su due lati, propone all’interno un’alternanza di sedute e percorsi realizzati con marmi bianchi delle Apuane esaltati da un’illuminazione creata per l’occasione e da lavorazioni studiate per far comprendere la versatilità e l’universalità del “bianco” proposto in masselli o in spessori sottilissimi, o abbinati ad altri materiali.