“La controproposta c’è ma ha ancora bisogno di qualche ritocco, è per questo che abbiamo chiesto un rinvio del tavolo del marmo”: così Andrea Balestri, direttore di Assindustria, spiega le motivazioni che hanno portato ieri amministrazione carrarese e associazioni di categoria ad aggiornare la riunione dedicata alla revisione delle tariffe del marmo, conclusasi in poco più di mezz’ora con la più classica delle fumate grigie. Industriali, Legacoop, Api, Cna e Confartigianato hanno chiesto ancora un po’ di tempo per mettere a punto la loro risposta alla soluzione presentata ormai un mese fa da piazza due giugno e che prevede, in estrema sintesi, il passaggio da 4 a 3 categorie per la classificazione delle cave e un aumento del gettito complessivo nelle casse del municipio da 16 a quasi 21 milioni di euro. Impossibile al momento conoscere i contenuti del piano di tariffazione messo a punto dalle categorie, la cui stesura è in corso ormai da diverse settimane: “I tempi sono lunghi perché l’iter di consultazione con le imprese è articolato”, ha spiegato Balestri, smentendo le voci che parlano di problemi interni alle categorie e di una strategia che punta fare pressioni all’amministrazione giocando sui tempi della stesura del bilancio del municipio. “Quelle che stiamo prendendo sono decisioni sofferte, destinate comunque a lasciare scontento qualcuno”, ha aggiunto ancora il direttore di Assindustria. E proprio alla luce delle oggettive difficoltà che la trattativa presenta sia nel confronto interno tra le categorie, sia nel dialogo con piazza 2 giugno, nell’incontro di ieri amministrazione e associazioni hanno concordato quelli che Balestri ha definito “gli aspetti metodologici su cui si orienteranno le prossime riunioni del tavolo, eliminando – ha precisato il direttore di assindustria – tutti gli atteggiamenti ostativi”: che tradotto significa, facciamo una trattativa vera, senza alcun aut aut da parte di nessuno.