Il Comune di Carrara non può costituirsi parte civile. Sì, perché riguardo agli abusi edilizi è stato chiamato in causa anche lui. A meno che il processo non venga diviso in due parti, cosa alquanto improbabile, l’Amministrazione dovrà sedere sul banco degli imputati in quanto il Gup ha accolto le istanze ricevute da alcuni inquilini e dal gestore del teatro Sergio Bologna. Il nodo, com’è noto, risale al 2004 e sta nell’istanza presentata dalla proprietaria Caprice, in cui si chiedeva l’indemolibilità delle opere abusive. Se allora la società risulterebbe colpevole di aver effettivamente eseguito abusi edilizi, anche chi decise di approvare il provvedimento dovrebbe essere chiamato in causa. Due i nomi Claudio Bacicalupi e Cesare Marchetti, rispettivamente dirigente all’urbanistica e architetto responsabile per il Comune di Carrara.  Proprio riferendosi all’istruttoria che i due tecnici comunali realizzarono e che affermava l’impossibilità del ripristino delle strutture originarie, poiché avrebbe compromesso la statica dell’edificio, in occasione del sequestro il Pm Dello Iacono parla di approssimazione, negligenza, imperizia ed imprudenza. Ieri sera il primo cittadino ha annunciato l’intenzione d’istituire una commissione permanente per monitorare le condizioni dello stabile, pur ribadendo però che in nessun caso, fino a prove contrarie, metterà in discussione l’operato dei suoi tecnici. Intanto oggi, a quasi due anni di distanza, alla luce degli ultimi crolli, ci si domanda perché le ali laterali non fossero state ritenute a rischio e mentre la cittadinanza teme, qualcuno si domanda perché il 10 agosto 2009, subito dopo il sequestro, alla richiesta di una commissione d’indagine da parte dell’opposizione, la maggioranza avesse risposto compatta con un secco no. Ancora, i costi del ripristino, a questo punto, sulle spalle di chi ricadranno?