Si avvicina la fine di una battaglia durata quasi vent’anni per coloro che rientrano nella categoria del «lavoro usurante» che permetterà di andare in pensione con tre anni di anticipo il che significa che dal 2013 ci si andrà a 58 e non a 61 sempre che si sarà raggiunta la cosiddetta quota «94» ovvero la somma dell’età più i contributi. Fino al prossimo anno invece la riduzione varia da 1 a 3 anni in base all’età e da 1 a 2 anni in base alla quota. Il provvedimento non è ancora legge ma è in fase di discussione alla commissione Lavoro alla Camera dopodichè passerà in consiglio dei ministri come decreto legislativo. L’impianto studiato è apprezzato da entrambi gli schieramenti poiché parte da un disegno di legge del governo Prodi integrato con alcune modifiche che nel frattempo erano intervenute. Quanto il decreto legislativo porterà di modifiche nella nostra realtà è difficile stabilirlo. Sicuramente ne beneficeranno i lavoratori alle cave mentre per quelli del piano non è previsto, ne beneficeranno i lavoratori “notturni” ovvero che hanno almeno 78 notti l’anno e poi tutta una serie di lavoratori, tra cui quelli del settore della cantieristica navale, inclusi nel decreto Salvi del 1999. Questa era la buona notizia c’è però subito la brutta: ad oggi, se passase il decreto, soltanto 5mila lavoratori potrebbero beneficiarne, per gli altri non ci sono i fondi. Come stilare l’elenco dei beneficiari è semplice: chi ha maggiore anzianità di servizio e a parità di anzianità chi ha presentato prima la domanda.