L’acqua è un bene pubblico e tale deve rimanere. Forte di questo principio, la maggioranza ha presentato nell’ultimo consiglio comunale un Odg che chiede di modificare lo statuto del consiglio, inserendo una clausola salva aziende, che salverà dalla privatizzazione tutte quelle aziende utili a fini sociali, come l’Evam, le cui acque sono patrimonio di tutti e dunque indispensabili alla collettività. L’odg, votato dalla maggioranza (SEL, PRC e 28 Aprile) e approvato non all’unanimità, arriva in seguito alla ricognizione delle società partecipate dal comune, con la quale ogni amministratore potrà decidere quali aziende possano essere mantenute e quali invece dovranno essere dismesse. Maurizio Bonugli, Consigliere comunale di Sinistra Ecologia e Libertà nel rispondere anche al consigliere del Pd Stefano Alberti, che lo accusa di voltafaccia per aver votato in commissione finanze e bilancio una proposta di delibera poi modificata in Consiglio comunale, spiega: “c’era bisogno di un’ulteriore puntualizzazione che ribadisse la volontà dichiarata del mantenimento di EVAM pubblica, così è stato concordato un percorso che impegnasse il Sindaco e l’amministrazione: “ad intraprendere tutte le azioni necessarie a riportare la società all’interno della sua missione originaria di ente per la valorizzazione delle acque oligominerali del Monte Belvedere. Sull’argomento interviene anche il consigliere dell’Udc Andrea Giusti, che spiega il voto di astensione del gruppo Udc e del consigliere Casotti dei liberal democratici: “Riteniamo che l’ODG presentato in ultimo da SEL, sia stata una forzatura inopportuna. La forzatura è scaturita dall’intervento del consigliere Bonugli che ha dapprima comunicato l’esito della votazione della commissione Bilancio in qualità di Presidente e poi, senza soluzione di continuità e in maniera inusuale, ha proseguito nel suo intervento esprimendo il giudizio politico del suo partito sulla cessione dell’EVAM. Alla luce del fatto che ogni passo successivo a questa pratica dovrà nuovamente passare dal Consiglio Comunale per una valutazione specifica su ogni partecipata, conclude Giusti, non si comprende l’urgenza e la necessità di quell’ODG che di fatto crea confusione tra il piano tecnico di una pratica che ha una visione più generale e il giudizio di merito e politico su una singola partecipata.