Una società massese, con impiegato il solo amministratore, aveva messo su un giro di fatture false per l’acquisto di telefoni cellulari da oltre 16 milioni di euro. Nei guai è finito l’uomo, un 64enne denunciato all’autorità giudiziaria, che tra il 2007 e il 2009 commercializzava grosse quantità di cellulari, ma solo sulla carta evadendo l’IVA. La cosiddetta “frode carosello”, cioè imprese che acquistano merci da  paesi comunitari in sospensione d’iva, è stata scoperta dalla guardia di finanza di Massa assieme a funzionari della dogana di Marina di Carrara e dell’agenzia delle entrate apuane. Tutto è partito da operazioni sospette di aziende di San Marino e il giro ha coinvolto 6 imprese italiane sparse tra Emilia Romagna, Marche, Lombardia e Toscana. La società massese, come le altre, comprava i cellulari da società di San Marino, senza pagare il 20% di imposta, per poi rivenderli ai fornitori del settore della grande distribuzione. Oltre alle fiamme gialle hanno operato anche la procura della repubblica di Massa, l’ufficio antifrode della direzione regionale dell’entrate per la Toscana e l’agenzia delle dogane di Pisa; su Massa il recupero a tassazione è di circa 14 milioni di euro e oltre due milioni di iva evasa.