Tutti gli atti della commissione parlamentare di inchiesta sui disavanzi sanitari sono secretati, soprattutto le ultime audizioni fatte in settimana all’assessore alla sanità della Regione Toscana Daniela Scaramuccia e all’ex direttore generale Antonio Delvino. C’è chi dice che la diffusione di notizie potrebbe danneggiare le indagini in corso, chi insinua che si vuol far passare del tempo, altrimenti le carte darebbero ragione proprio all’ex dirigente della Asl1 il cui ruolo, invece, sta risultando estraneo alla vicenda. L’onorevole Barani porta i documenti, senza poterceli mostrare; vorrebbe dire qualcosa in più, ma non può e si deve frenare. Quel che si capisce è che qualcuno si è voluto sbarazzare di Delvino.
Non può fare nomi e cognomi, non può dare alla stampa e alla cittadinanza le prove, ma assicura che la commissione di inchiesta e la magistratura sanno molto. Intanto parla del bilancio 2008 modificato dopo l’11 ottobre, giorno delle dimissioni di Delvino: quel bilancio era stato approvato dalle società di certificazioni, dalla Regione, dal collegio sindacale e figuravano i 60 milioni di euro vantati come crediti dalla Toscana. Nel 2009 la posta di “anticipazione gestione stralcio” c’è ancora, anche perché pare si trascini dal 1995, dalle fusioni delle vecchie Usl di Massa e Carrara – ma la Regione non riconosce la lettera e non approva il bilancio e da quello del 2008 quella posta sparisce. Qualcuno, e la commissione sa chi, è entrato nel server con una password e lo ha manomesso; proprio per tutelare questi documenti il computer lascia delle tracce: a pag. 25 una riga gialla che indica la cancellazione dei 60 milioni, che però ci si dimentica di eliminare da pag. 49. A pag. 52-53 invece un passaggio in rosso dimostra una modifica. Delvino ha subito pressioni ed ha dovuto pagare per essersi opposto, ma è un sistema assicura Barani che verrà fuori in tutta la Toscana.