Un blitz quello di Simone Caffaz, così lo definisce il consigliere del Pdl carrarese Marco Meacci. Una strana storia quella della sfiducia al capogruppo Lanmarco Laquidara in favore del consigliere Iginio Dell’Amico che lo stesso Caffaz avrebbe orchestrato e che avrebbe travolto anche Iacopo Ferri, informato della missiva di sfiducia soltanto a giochi fatti, ovvero quando la decisione era già stata in pasto alla stampa. Una firma, quella di Meacci, apposta soltanto in quanto spacciata quale sottoscrizione per la definizione di un incontro interno per discutere della linea politica da seguire e, eventualmente, anche della sostituzione del capogruppo. Una riunione del partito ieri sera, alla quale erano presenti tutti, da Meacci, a Caffaz a Ferri e che, al momento, ufficialmente, non avrebbe prodotto niente, se non un gran parlare ed un ulteriore innalzamento delle due “fazioni”. In gioco il simbolo del Pdl che, secondo indiscrezioni, Ferri vorrebbe assolutamente lasciare ai seguaci di Laquidara, mentre Caffaz con la sua associazione “Carrara prima di tutto” sarebbe accusato di doppiogiochismo, poiché starebbe creando, ed in modo sempre più evidente, le basi per una futura alleanza con Angelo Zubbani in vista delle prossime elezioni. E se all’indomani dall’incontro da parte di tutti i partecipanti le bocche sono ancora cucite, l’unica certezza è che all’interno del Popolo della Libertà gli animi si stanno scaldando al punto che a breve nulla potrà più essere come prima: sempre meno irreale la possibilità che parte dei membri dell’attuale Pdl decidano di ritornare alle origini, rientrando tra le fila di quel Partito Socialista dal quale un ventennio fa avevano mosso i primi passi.  E la polemica dell’anno scorso su chi stia realmente portando avanti l’eredità politica craxiana non può che far riflettere