Il futuro del Comune di Carrara sembra essere appeso a un filo e della sua vita o morte unici decisori gli industriali del marmo. È così che a larghe linee da Piazza II Giugno si dipinge la situazione economica del bilancio che dovrà essere approvato entro il 13 marzo, ad oggi con un disavanzo di 2 milioni e mezzo di euro, senza contare il buco di bilancio del Cermec: 7 milioni che per metà dovrà accollarsi da sola proprio l’Amministrazione carrarese. Insomma, tutto si giocherà al prossimo tavolo del marmo che, se dovesse avere un lieto fine porterebbe nelle casse comunali 5 milioni, risolvendo da sé il problema. Altrimenti? Altrimenti ci si affiderà ad un aumento dell’addizionale irpef, dallo 0,1% al 2 o 3% e forse anche all’istituzione della tassa di soggiorno. Tutte misure che, comunque, non risolverebbero a pieno il problema, e allora si procederà a congelare il piano per la realizzazione delle fognature di Marina di Carrara, ad abbandonare l’idea di una riqualificazione della città tramite l’asse San Francesco, via Verdi, Piazza Alberica, ad annullare il Simposio e i gemellaggi. Insomma ogni assessorato dovrà decurtare drasticamente le spese, tranne quello del Sociale ritenuto essenziale di fronte alla povertà in aumento. Ma il taglio annunciato ai centri estivi per i più piccoli basta per contraddire da sé solo l’assunto: è proprio di pertinenza del settore sociale offrire a genitori che lavorano la possibilità di affidare i propri figli a strutture aggregative che permettano alle famiglie, ancor di più a quelle mononucleari, di tirare un sospiro di sollievo.