La diatriba che in questi giorni ha interessato il gruppo consigliare del PDL è stata interpretata da alcuni in modo del tutto erroneo, quasi fosse una questione personale tra me e Iginio Dell’Amico.
A prescindere dall’evidente caduta di stile di chi pretende di poter sfiduciare altri con metodi cospiratori che si sono realizzati con un vero e proprio “golpe” e non attraverso riunioni regolarmente convocate alla presenza dei vertici del partito, la questione ha invece un elevato contenuto politico e un valore simbolico non trascurabile. Il contenuto politico è sotto gli occhi di tutti. Lo stesso Dell’Amico quando afferma di non accettare diktat e di voler uscire dall’isolamento a destra dice in politichese una verità che conoscono anche i sassi. Lui e i suoi amici dell’Associazione Zubbani Prima di Tutto voglio in pratica trasformare il PDL in un satellite del PD. E’ per questo che hanno organizzato una riunione senza i vertici del Partito per prendere una decisione che invece riguarda la sua linea politica a 360 gradi. Perché sapevano che il PDL, che pretendono di rappresentare senza averne alcun titolo e che li ha apertamente sconfessati, non avrebbe mai autorizzato quello che non è un avvicendamento di persone ma il presupposto di un ribaltamento della linea politica.
In poche parole con me alla guida del gruppo questo non si trasformerà mai in un satellite del PD e dei suoi alleati, mentre se tale ruolo fosse ricoperto da chiunque fa parte della famosa “Associazione” la deriva verso sinistra sarebbe automatica. Dal punto di vista simbolico poi il significato sarebbe evidente. Confermare come capogruppo un aderente all’Associazione che ha mostrato a tutti quali siano i metodi cospiratori che sa utilizzare significherebbe ridurre il PDL a quello stesso livello e legittimare per il futuro certi comportamenti.
Io sono convinto invece che i nostri elettori, e anche i nostri alleati di cui mi farebbe piacere ascoltare pubblicamente le opinioni che più volte mi hanno espresso in privato, vogliano un PDL forte e chiaramente alternativo a questa sinistra o pseudo-sinistra che dal “56 ad oggi ha distrutto Carrara. Mi rimetterò naturalmente alla volontà del partito, ma conoscendo Jacopo Ferri ed altri dirigenti, che si sono sempre comportati da galantuomini ed anche in questo frangente hanno chiaramente confermato di esserlo, non credo che né loro né gli iscritti autorizzeranno una deriva a sinistra che configurerebbe il PDL come una brutta copia del PD.
Questa è la vera posta in gioco, non i gradi da capogruppo che peraltro non conferiscono alcun vantaggio personale a chi li porta. In discussione è il futuro del PDL, la sua linea politica e la proposta che intende offrire ai suoi elettori nelle amministrative del 2012. Logico dunque che a decidere chi lo può legalmente rappresentare in Consiglio può essere solo il partito e non qualche improvvisato docente di diritto approssimativo della repubblica delle banane del Comune di Carrara che pretende di applicare a suo modo i regolamenti ignorando tra l’altro che in Italia esistono normative che impediscono a chi non ne ha l’autorizzazione di utilizzare il nome di partiti identificabili attraverso nomi e marchi depositati (soprattutto quando questi sono stati pubblicamente e ripetutamente sconfessati).
Io e chi mi ha seguito nell’unico gruppo legalmente autorizzato a rappresentare il PDL in consiglio proponiamo a chiare lettere e senza alcuna esitazione una linea politica di alternativa a questa sinistra e intendiamo costruirla assieme ai nostri alleati naturali. Se dovesse prevalere, e non sarà così, una linea diversa, non potremmo che trarne le inevitabili conseguenze.
Lanmarco Laquidara