Al lavoro tecnici, ingegneri e geologi di Asl ed agri marmiferi per scandagliare tutte le possibilità che potrebbero aver creato movimenti in 3 cave contigue nel bacino di Torano. Mercoledì scorso infatti è scattato l’allarme e il Servizio Asl di prevenzione e sicurezza ha deciso di chiudere temporaneamente le attività per non mettere a rischio l’incolumità dei lavoratori. La preoccupazione certo è anche per gli occupati, 20 cavatori che, al momento, sono fermi, questo mettono in evidenza i sindacati. Ma mentre qualcuno sostiene che l’Amministrazione dovrebbe obbligare i concessionari a cooperare insieme come si trattasse di un’unica cava e vede la soluzione nella ripresa delle lavorazioni dall’alto, il parere di Massimo Corniani, geologo della cava Calacata-Crestola di Paolo Borghini offre una visione più ampia e dettagliata della situazione. “La cava che dirigo e che ha ospitato l’importante progetto di monitoraggio dell’Università di Siena”, spiega, “non è stata pressoché interessata da alcun movimento, se non sul confine”. È stato lui stesso, insieme alla Asl ad eseguire i rilievi fotografici che hanno dimostrato il movimento avvenuto da settembre ad oggi mentre, per quanto riguarda la cava interna, completa di un sofisticato sistema di monitoraggio, niente è cambiato, tanto da essere in condizione di restare aperta tutt’ora, seppur con un’intensificazione di controlli precauzionali. Un vero approccio tecnico-scientifico porterebbe a conclusioni ben diverse, secondo l’esperto, per il quale nessuno avrebbe la soluzione in tasca e tutti gli effetti andrebbero valutati e studiati a fondo, prima di  poter definire cause ed effetti. I rilievi fotografici inoltre evidenzierebbero come siano state proprio alcune scaglie a staccarsi dalla parete in una cava coltivata a cielo aperto e, al momento quindi l’idea di ricominciare a lavorare dall’alto non apparirebbe la soluzione migliore a meno che non s’intendesse con questo cimare drasticamente il monte, eventualità questa assolutamente impensabile, sottolinea Corniani. Insomma, risolvere con competenza problemi di simile portata comporterebbe un serio lavoro d’investigazione che i professionisti sono pronti a compiere celermente per non bloccare per troppo tempo i lavori, in ogni caso però, non si potrebbe prescindere da una scientificità che non apparterrebbe a ricette affrettate.