E’ il più totale caos nel Pdl carrarese, all’origine di tutti i problemi un fax notturno inviato all’ufficio di presidenza del consiglio comunale in cui quattro consiglieri comunali su sette chiedevano al presidente Luca Ragoni di modificare il nome del gruppo da Forza Italia verso il Pdl in Popolo della Libertà e di sostituire il capogruppo da Lanmarco Laquidara a Iginio Dell’Amico. La mattina dopo sul tavolo della presidenza arriva una comunicazione di Lanmarco Laquidara che chiede di formare un nuovo gruppo consigliare a nome Popolo della Libertà composto dai tre consiglieri epurati: Giovanni Ilari, Riccardo Bruschi e appunto Lanmarco Laquidara. Un problema che rischia diventare non solo politico ma anche tecnico. Due gruppi con lo stesso identico nome non sono possibili, così l’intenzione della presidenza del consiglio sarebbe quella di mantenere un unico gruppo a nome Popolo della Libertà con capogruppo Iginio Dell’Amico. Decisiva sarebbe la tempistica stessa della richiesta con un fax notturno inoltrato da Caffaz e gli altri che ha anticipato la contromossa di Laquidara e del coordinamento provinciale del Pdl. In gioco infatti ci sono le posizioni politiche di Laquidara e Caffaz. I luogotenenti del partito provinciale Jacopo Ferri, Simone Speziga e Ezio Ronchieri hanno immediatamente comunicato che l’unico gruppo autorizzato ad avere il nome e il simbolo del partito è quello guidato da Lanmarco Laquidara, a lui quindi arriva la solidarietà del partito; ma in pratica sarà difficile avere due gruppi distinti in aula. Un empasse non facile da risolvere anche se la posizione di Caffaz, Dell’Amico e Tonarelli, i tre consiglieri dell’associazione “Carrara prima di Tutto” sarebbe sempre più isolata dal momento che anche il quarto e decisivo firmatario del documento di sfiducia a Laquidara Mario Meacci avrebbe confessato di non essere d’accordo e di voler fare un passo indietro.