Il limite tra una puntata e il gioco d’azzardo patologico è sottile, facile da oltrepassare senza neppure rendersene conto, soprattutto al giorno d’oggi dove si possono spendere soldi in ogni dove con la speranza di vincere una cifra milionaria. Slot machine, gratta e vinci, superenalotto e schedine sono, forse, i sistemi più immediati e comuni, ma va ricordato anche il poker che si sta diffondendo sempre più online attirando a sé qualsiasi tipo di giocatore. C’è un limite ben preciso di cui i medici tengono conto per definire il gioco patologia ed è il 6% dello stipendio mensile, gli esperti più generosi arrivano al 10%, che corrisponde a circa 100 euro. Quando si inizia a spendere una cifra più alta e a sperperare l’intero stipendio o la pensione allora si diventa dipendenti. Aumentano la frequenza delle giocate, la somma spesa nel tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie possibilità economiche e trascurando i normali impegni della vita per dedicarsi al gioco.
Di questo si è parlato in un convegno organizzato dall’associazione operatori gruppi polidipendenze, Asl, provincia di Massa Carrara e Regione Toscana.
Il gioco d’azzardo patologico colpisce giovani e meno giovani, donne e uomini di diversa estrazione sociale. E i dati sono molto alti: in Italia soffrono di patologie legate al gioco d’azzardo da 700 a 900; i soldi spesi sono migliaia di euro e spesso il giocatore finisce con l’indebitarsi.