Ha le ore contate l’amministrazione Gussoni a Pontremoli dopo le dimissioni presentate da nove dei 16 consiglieri comunali. La tempesta è iniziata con la conferenza dei sindaci dello scorso 21 gennaio in cui, quasi all’unanimità è stata votata la chiusura del punto nascita del Sant’Antonio Abate. Già in quell’occasione i politici locali protestarono ed iniziarono a chiedere le dimissioni del sindaco Franco Gussoni, in carica dal 2007. La sfiducia doveva essere ufficializzata con un consiglio comunale straordinario, saltato a causa della mancanza del numero legale. In 7, infatti, avrebbero firmato la richiesta: Jacopo Ferri e Gian Marco Corchia del PDL, Luciano Bertocchi e Matteo Biondi di Progetto Democratico, Pier Camillo Cocchi e Paolo Arrighi Pontremoli Città Viva e Cesarino Crocetti Api. Arrighi però è presidente del consiglio e non può mettere la firma né tantomeno votare la sfiducia in aula. E allora niente consiglio straordinario. Ma un segnale forte doveva, comunque, essere dato, come segno di protesta alla politica adottata dalla Regione Toscana e dall’Asl 1 e seguita, in questo caso, dal Sindaco Gussoni. Ed ecco le dimissioni irrevocabili in blocco di 9 consiglieri che mandano un messaggio chiaro: Pontremoli non si fa calpestare da logiche di partito e da piani interessati, la città pretende di discutere sempre, con serietà, le scelte che ne possono condizionare, in positivo ed in negativo, lo sviluppo e la crescita. Il numero è sufficiente a far cadere la giunta. “Credo che avrebbero potuto e dovuto essere di più le prese di posizione” – commenta il consigliere Jacopo Ferri, neo dimissionario e in prima fila per mantenere il punto nascita. “Chi non si è reso conto della criticità del momento – conclude – o non vive la giusta dimensione delle cose o preferisce far finta di nulla pur di mantenere piccole rendite di posizione politica”.