Area spa è alienabile. Le poche incertezze circa l’esito della seduta di ieri sono state dissipate con l’approvazione dell’ordine del giorno all’unanimità della maggioranza e l’astensione dell’opposizione. Carrara quindi, come Massa, venderà le proprie quote di Area spa, pari al 36% dei 200 mila metri quadri situati nella zona retro-portuale. Da sinistra molti erano i dubbi, in particolare da parte di Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani. Lo scoglio, l’importanza strategica dell’area e il timore che potesse cadere in mano ad un monopolio, nel caso in cui la Porto – già proprietaria di superfici nella zona – acquisisse l’intero pacchetto. Timori fugati dall’intervento di Carlo Martini del Pd, che ha spiegato come la partita sia ancora tutta da giocare: affinché piazza due giugno possa liquidare le proprie quote di Area, serve infatti un accordo con l’amministrazione di Massa e la Provincia, detentrici del 15% del terreno. Sempre su questo tema, in giornata, è arrivata poi un’altra nota positiva: la Nuova Pignone sarebbe infatti interessata a investire nella zona retroportuale, con importanti ricadute occupazionali. Per questo l’Amministrazione garantirà la variante che trasformerà l’area di stoccaggio in area industriale. Una vendita, quella delle quote Area Spa, che, secondo molti porterà una boccata d’ossigeno alle casse comunali, salvo definire meglio il valore delle azioni: l’ultima stima, datata 2004, si aggirava intorno ai 9 milioni di euro, ma non è escluso che si proceda a una revisione o una nuova perizia.