Hanno calcolato male i tempi di rientro e si sono attardati in vetta. Una disattenzione che poteva costare cara a tre alpinisti, due pisani e un olandese. Verso le 17.30, quando ormai era buio pesto, hanno chiamato il soccorso alpino chiedendo aiuto e soprattutto chiedendo delle torce elettriche. Una squadra di tre volontari è salita fin sopra Piastra Marina portando le pile, dei viveri e anche delle coperte, visto che la temperatura si era abbassata di diversi gradi. La squadra del Soccorso alpino è giunta alla Casa dei cavatori intorno alle 18.45. Lì ha trovato gli escursionisti, tutti poco più che ventenni.
Avevano passato quasi due ore all’addiaccio perché il rifugio era chiuso. Come tutti i sabato pomeriggio. Ma il terzetto non lo sapeva e siccome aveva preventivato di prendere lì le pile che poi sarebbero servite per la discesa ha visto andare in fumo i suoi piani. Un problema non da poco perché per rientrare a Resceto, dove avevano lasciato l’auto, dovevano affrontare il punto più difficile: il tratto della lizza. Una strada senza sentiero che deve essere percorsa in tutta sicurezza e soprattutto con la certezza di dove si devono mettere i piedi. Altrimenti si cade nello strapiombo.
Per fortuna, però, a Piastra Marina i telefoni cellulari prendevano e così i tre escursionisti sono riusciti a mettersi in contatto con il soccorso alpino. Hanno indicato esattamente il punto dove si trovavano eppoi si sono messi ad aspettare i soccorritori. C’è voluta più di un’ora ai volontari per arrivare al rifugio. Poi verso le 19.30 è iniziata la discesa, lenta, verso Resceto.
da Il Tirreno